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Sarebbero tante le cose che si potrebbero raccontare dell’iniziativa Lux facta est che si è svolta lo scorso week end nel Castello di Malpaga visto che, in sintesi, si è trattato di un vero e proprio viaggio nel tempo alla scoperta della bellezza e della luminosità che ha caratterizzato l’epoca medievale.

Già nel titolo dell’evento ho percepito, infatti, una stimolo molto interessante legato alla presenza del termine lux (luce) perché, immediatamente, ha richiamato alla mia memoria un’idea storica molto diffusa nella cultura occidentale che porta a narrare il Medioevo come un secolo buio ma, girando per il castello e incontrando i vari espositori delle varie arti dell’epoca (lavorazione delle pelli, della lana e, soprattutto della stampa), ho sperimentato ancora una volta che probabilmente questa etichetta storica è solo un pregiudizio.

Parlando, ad esempio, con una bottega veneta che rievocava il metodo di stampa di Gutenberg, orafo tedesco vissuto dal 1400 al 1468 (basso Medioevo), mi è parso evidente come si sia trattato di un’epoca di notevole progresso e innovazione. Infatti, se ci pensiamo bene, perché la caduta di Roma avrebbe dovuto rendere tutti ignoranti, in un impero immenso? Benché i Romani li chiamassero Barbari, le popolazioni del Nord Europa erano civilizzate quanto i Romani stessi quando finì l’impero.

Girare per il castello di Malpaga è stata, quindi, una grande occasione per osservare l’Italia e l’Europa alla fine del Medioevo potendo constatare come fosse assai più progredita dell’Impero Romano dal punto di vista della scienza, dell’agricoltura, degli armamenti, dell’architettura, del commercio, delle arti, specialmente musica e pittura.

Altro aspetto che caratterizzava questo periodo storico sono stati certamente i colori sgargianti sia delle vesti (molto belle, ad esempio, quelle indossate delle bravissime suonatrici di arpa presenti in un chiostro del Castello) che degli stemmi dei vari casati impressi sugli scudi.

Presente all’evento anche una sezione dedicata ai giochi dei bambini del Medioevo dal quale si evincevano informazioni davvero interessanti e stimolanti: infatti, in quell’epoca, i bambini giocavano per lo più all’aperto con la trottola, il cerchio, il volano (un antenato del tennis). C’erano, infine, anche i trampoli che, più che uno strumento per forme di intrattenimento ludiche, erano in realtà veri e propri strumenti di lavoro per i pastori in quanto usati per controllare dall’alto le greggi e muoversi velocemente tra i capi di bestiame.

Altro elemento interessante è rappresentato dalla presenza, all’interno del Castello, di una piccola cappella cattolica segno del fatto di come, il Cristianesimo, sia stato parte integrante della quotidianità dell’uomo medievale in opposizione, quindi, a quella corrente di pensiero che vede nell’influenza religiosa un ulteriore elemento di presunto oscurantismo.

Certamente anche il Medioevo, come tutte le epoche storiche, ha avuto i suoi punti di luce e i suoi punti di oscurità ma certamente gli aspetti rievocati ieri a Cavernago sono momenti che è utile conoscere ed approfondire perché, tornando all’episodio della nascita della stampa, Gutenberg ci ha lasciato con la sua creazione un insegnamento profondo e di grande attualità: riaffermare e diffondere il potere della cultura è l’unica via per rispondere all’ottusità del pregiudizio. 

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Autore

Alessandro Grazioli

Marito e papà di 4 bambini, laureato in Giurisprudenza presso l’Università Statale di Milano, Business Unit Eticapro, Consigliere Comunale, scrittore di libri per l'infanzia, divulgatore e influencer sociale su Socialbg

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