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Spesso tra le possibili news c’è ne una che difficilmente trova spazio nei media tanto la si dà per scontata oppure irrilevante. Si tratta della ripartenza dell’anno pastorale dopo la pausa estiva. Proprio in questi giorni in tutte le parrocchie della diocesi fervono le comunicazioni rivolte ad aggiornare sulle progettualità previste da qui alla fine dell’anno ma spesso, anche comprensibilmente, l’attenzione dei parrocchiani ricade sugli eventi “forti”: prime comunioni, cresime, festività di Ognissanti e Natale.

Eppure, se si scorgono i vari bollettini parrocchiali si potrà notare che, tra un evento “forte” e l’altro, ci sono anche proposte che, silenziosamente, provano ad accompagnare la vita dei parrocchiani come incontri, proiezioni di film, momenti di riflessione sulla Lectio Divina. Quest’anno, nella programmazione della mia parrocchia di Torre Boldone, ci sarà anche la presentazione del mio libro per bambini “Il trenino” (2 ottobre, ore 20:45 all’oratorio) e proprio questa grande possibilità mi ha spinto ad approfondire anche gli altri eventi e mi sono chiesto: come potrei raccontarli?

Cosa c’è di bello nella fitta programmazioni di ogni parrocchia? Fuori dalla finestra di casa mia c’è un bellissimo albero e, osservandolo in modo “meditativo”, mi sono accorto che ha una vita propria: è sé stesso, riconoscibile e robusto! Ma cosa lo rende vivo e fiorente? È perennemente in contatto con altro da sé. Ad esempio: le sue foglie sono aperte all’aria e alla pioggia, le sue radici al nutrimento della terra, la sua corteccia agli insetti. Il “mio” albero è, quindi, vivo solo nella misura in cui interagisce con questa alterità.

La parrocchia, ma oserei dire la Chiesa tutta, vive nel suo interagire con il mondo condividendo la buona novella del Vangelo ed è aperta alla saggezza degli altri, alla loro gioia e sofferenza. Mi piace quindi pensare che ognuno di noi, proprio come se fosse un albero, abbia bisogno di questa interazione proprio per mantenere la propria vitalità che, per essere vera e feconda, necessità sia del sole (intesi come i momenti forti e belli dell’anno liturgico il cui cuore è l’eucarestia), sia dell’aria che arriva dall’ascoltare alcune testimonianze, vedere alcuni film e/o assistere alla presentazione di libri valoriali e, infine, dell’acqua che a volte coincide con le lacrime delle persone che attraversano momenti difficili e che cercano un mano. Una costante apertura che anche Papa Francesco ha recentemente posto a tema del suo incontro con le associazioni e i movimenti ecclesiali a questo link: https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2021/september/documents/20210916-associazioni-fedeli.html

L’anno liturgico è, a mio avviso, una affascinante esplorazione del tempo in cui tutto, anche una “semplice” chiesetta (a Torre c’è la chiesina dei Mortini) può essere visto, come diceva Proust, come un edificio dotato di quattro dimensioni di cui la quarta è, appunto, il tempo. Mancano 90 giorni a Natale e, quest’ultima, è ormai riconosciuta come la festa più amata a livello mondiale (anche per me è così) …tuttavia proviamo a chiederci cosa accadrà nelle nostre parrocchie in questi giorni di “attesa”? “Fate questo in memoria di me”… la vita dei cristiani, come ci ricorda anche Papa Francesco, è strutturata dal tempo, dalla memoria e dall’attesa di Cristo che verrà… non solo il 25 dicembre ma già “qui e ora”… ecco perché il calendario parrocchiale può aiutarci a capire cosa significa vivere nel tempo.

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Autore

Alessandro Grazioli

Marito e papà di 4 bambini, laureato in Giurisprudenza presso l’Università Statale di Milano, Business Unit Eticapro, Consigliere Comunale, scrittore di libri per l'infanzia, divulgatore e influencer sociale su Socialbg

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