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Amico mio ti scrivo… lo spettacolo a Torre Boldone che arriva al cuore

Raccontare una storia non è mai un’operazione indolore. L’autore, infatti, deve partire dalla sua fragilità e, per comunicare ciò che gli sta a cuore, deve togliere le corazze che caratterizzano la sua vita quotidiana. Ed è innanzitutto questo il primo grande valore che emerge dallo spettacolo “Amico mio ti scrivo…” che è stata rappresentato, il 12 e il 13 giugno, presso la sala Gamma a Torre Boldone. Gli autori, dei brillanti adolescenti ricchi di talento, hanno proposto agli spettatori un viaggio nelle grandi domande esistenziali. Un viaggio che trova il suo inizio narrativo nel ritrovamento di una vecchia lettera all’interno di un baule dimenticato nel magazzino di un oratorio.

Con l’andare dello spettacolo le emozioni proposte portano il pubblico a recuperare un’analoga vicenda nella propria memoria di ex adolescenti per poi giungere, come in un sogno, alle soglie di un presente che ci vede papà, mamme, sacerdoti, suore o neo-adulti in cerca della propria vocazione. Per tanti il lockdown è stato una selva oscura mentre per questi ragazzi e ragazze è stata l’occasione per far parlare i loro cuori provando a raccontarli tramite uno spettacolo semplice ma efficace che merita assolutamente di essere rivisto anche grazie alla registrazione ora disponibile sul sito dell’Oratorio di Torre Boldone.

A dare supporto alla realizzazione dell’evento Amico mio ti scrivo c’è stato anche il fondamentale contributo prestato da alcuni volontari della parrocchia: mamme, papà, nonne, nonni e insegnanti che si sono messi a disposizione del cast al fine di realizzare gli allestimenti scenografici e i costumi necessari. Un bellissimo viaggio nelle domande adolescenziali per scoprire come, in realtà, siano vere ad ogni età purché si sia degli adulti disponibili a non cedere a quella tentazione del “so già tutto” ben apostrofata da una sconsolata e malinconica strofa di Guccini, “… e adesso che sappiamo quasi tutto / e adesso che problemi non ne hai”, perché anticamera di una posizione esistenziale che si preclude la possibilità di imparare con maggiore profondità quello che si è imparato a conoscere nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta.

Un cammino intergenerazionale da fare insieme come ricordato, in chiusura dell’evento, da Don Diego Malachini (curato di Torre Boldone) il quale ha dimostrato doti anche di brillante attore a dimostrazione di come, ancor oggi, l’oratorio possa essere un luogo dove si può sperimentare il senso della meraviglia qualunque età si abbia.

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Autore

Alessandro Grazioli

Marito e papà di 4 bambini, laureato in Giurisprudenza presso l’Università Statale di Milano, Business Unit Eticapro, Consigliere Comunale, scrittore di libri per l'infanzia, divulgatore e influencer sociale su Socialbg

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