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Associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato, nonché riciclaggio, falso e sfruttamento del lavoro nero. Sono le accuse contestate a tre dirigenti di una cooperativa (la «Rinnovamento» di Antegnate) che facevano risultare presenti migranti che non c’erano con l’obiettivo di farsi accreditare i 35 euro al giorno disposti dal Governo per ciascun ospite. Gli arresti domiciliari sono scattati per padre Antonio Zanotti, fondatore della cooperativa, la presidente Anna Maria Preceduti e l’economo Giovanni Prezzi. Nell’indagine complessivamente si contano 38 indagati.


A insospettire gli inquirenti era stato un episodio risalente al settembre 2017 quando un richiedente asilo aveva commesso violenza sessuale ai danni di un’operatrice della comunità Terra Promessa a Fontanella dove la cooperativa Rinnovamento aveva in gestione il servizio di accoglienza. I fiuto dei Carabinieri ha fatto luce su un sistema che “permetteva l’esistenza di un vero e proprio apparato del malaffare in ordine all’accoglienza, condizione agevolata anche da rapporti disinvolti con alcuni funzionari pubblici”. I soldi intascati senza che vi fossero le condizioni per farlo finivano, secondo l’accusa, in mano ai dirigenti della cooperativa. Oltre ai danni allo Stato gli inquirenti hanno scoperto come alcuni migranti venissero ingaggiati da imprenditori per lavorare in cantieri con salari da fame.


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