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E’ un’esperienza eccezionale cenare al Ristorante Boedo aperto di recente a Bergamo, in via Sant’Orsola (il link), dal fuoriclasse (ex atalantino) Papu Gomez. All’ingresso, catturano l’attenzione i quadri appesi alle pareti che raccontano, attraverso i volti di alcuni personaggi noti (tra cui anche quello del titolare), la bellezza e la grandezza dell’Argentina. Poi, il personale che ci lavora ha la straordinaria capacità di mettere a proprio agio gli ospiti. Una qualità non scontata che qui a Boedo è tenuta in grande considerazione.

“Non si sa di nessuno che sia riuscito a sedurre con ciò che aveva offerto da mangiare, ma esiste un lungo elenco di coloro che hanno sedotto spiegando quello che si stava per mangiare.”

(Manuel Vàzquez Montalbàn)

È forse questa la citazione che, più di tutte, può permettere di intuire maggiormente quale sia la specifica peculiarità e unicità del personale di sala: la straordinaria capacità di introdurre gli ospiti ad una garbata esperienza di gusto che è un vero e proprio “tentativo di seduzione” delle papille gustative dei commensali. “Posso suggerire” è la frase con cui, in modo molto delicato, il signor Victor (uno dei responsabili di sala) propone al cliente questo viaggio nelle pampa argentine suggerendo di gustare, in modo crescente e intenso, i vari sapori tipici della tradizione argentina.

Pur rimanendo fisicamente nel centro di Bergamo accade, come per incanto, di ritrovarsi, a livello emozionale, a chilometri di distanza. La musica in sottofondo, le luci a corredo degli alberi esterni e i profumi provenienti dalle pietanze cucinate con grande maestria alla brace creano, infatti, una atmosfera davvero suggestiva ed unica. D’un tratto poi, quando il sottofondo musicale incrementa leggermente la sua intensità, ecco giungere i ballerini di tango. Propongono agli ospiti una forma di intrattenimento seduttiva e sobria. La loro bravura si fonde in maniera perfetta con il contesto al punto di avere l’impressione che tutto, anche il cibo e il vino sui tavoli, stia danzando.

“La scoperta di un piatto nuovo è più preziosa per il genere umano che la scoperta di una nuova stella”.

(Anthelme Brillat-Savarin)

E di piatti nuovi se ne possono scoprire davvero tanti al Ristorante Boedo a patto che si accetti di immergersi in maniera totalizzante in un’esperienza di gusto. Anche il caffè viene preparato con cura attenendosi all’antico proverbio turco che lo vuole, per essere giudicato buono, nero come la notte, caldo come l’inferno e dolce come l’amore. Infine, una dolce sorpresa (provare per credere) è riservata anche ai piccoli clienti. Un’attenzione che dimostra l’amore con cui lo staff e la sua titolare, la gentilissima signora Barbara, vivono il loro lavoro.

Come si fa a capire se si stanno scrivendo nuove pagine della ristorazione nella Bergamasca? Semplice se, a fine serata, si vede andar via dal locale una piccola ospite che, danzando sulle note di un tango, saluta il personale con appiccicate sulla bocca le risate, insieme alle caramelle.

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Autore

Alessandro Grazioli

Marito e papà di 4 bambini, laureato in Giurisprudenza presso l’Università Statale di Milano, Business Unit Eticapro, Consigliere Comunale, scrittore di libri per l'infanzia, divulgatore e influencer sociale su Socialbg

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