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Biribilli, billi, billi!” esclamò d’un tratto la bambina lasciando nuovamente disorientati e rattristati i suoi genitori.

Ormai ha tre anni e purtroppo ancora non riusciamo a capire cosa dice e che lingua parla la nostra piccola Grazia” disse sconfortata la mamma a suo marito.

Si avvicinava la Vigilia di Natale e la gita ad un mercatino natalizio era stata organizzata proprio per provare a dimenticare, almeno per qualche momento, le fatiche vissute negli ultimi mesi da quando, alla loro piccola principessa, era stato diagnosticato un disturbo cognitivo legato al linguaggio. Notti insonni, tanti silenzi e visite mediche: tutto per provare a capire il perché di quella difficoltà ma ancora nessuna strada certa per uscire da quel tunnel in cui, misteriosamente, la vita li aveva fatti entrare.

Grazia ce la metteva tutta per provare a farsi capire dai suoi genitori ma, purtroppo, quello che il suo cuore provava a dirgli non trovava una forma tale da renderlo comprensibile e così, giorno dopo giorno, quei tentativi diventavano solo delle urla di rabbia rivolte al cielo.  Accadde così anche durante quella breve vacanza natalizia ma, questa volta, come per magia la voce di Grazia venne percepita anche da un angelo molto speciale di nome Gastone. La sua unicità non consta però nelle sue fattezze fisiche celestiali; infatti, ha le ali come tutti i suoi colleghi, ma nel fatto di essere stato il primo compagno di avventure di Grazia.

Infatti, prima di nascere sulla Terra, Grazia e il suo angelo avevano vissuto insieme sulla nuvola n. 150 trascorrendo le loro giornate giocando, ballando, parlando ma, soprattutto, facendo una delle attività che più li divertiva: lasciarsi cadere all’indietro e, dopo essere atterrati sulla soffice superficie, muovere le braccia e le gambe disegnando così una sagoma angelica. Una volta partita per la terra, Gastone era rimasto in Paradiso conservando però sempre nel suo cuore angelico il ricordo di quella bambina così speciale. Commosso così profondamente dal suo grido decise, immediatamente, di sospendere l’allestimento natalizio della nuvola per correre in aiuto della sua piccola amica.

 “Biribilli, billi, billi” disse Gastone non appena arrivato nel mercatino natalizio riuscendo così, come per magia, a far sorridere immediatamente Grazia.

Come stai piccola mia? Sai che mi sei mancata?” affermò Gastone.

Amico mio, che bello rivederti! – rispose Grazia piena di gioia! – Sai che è da tanto tempo che sto provando a parlare con i miei genitori e a dirgli quanto gli voglio bene ma purtroppo non ci riesco, ma perché tu riesci a capirmi?”.

Amore mio quando eravamo insieme sulla nostra nuvola tu hai imparato la lingua degli angeli e, solitamente, là si dimentica non appena si nasce sulla terra per lasciare spazio a quella umana. Ma tu sei sempre stata molto speciale ed è proprio per questo che continui a parlarla rendendo più difficile la comprensione in chi ti ascolta” – le disse Gastone.

Grazie amico mio! Ti confesso che io però ho anche paura perché non vorrei che, smettendo di utilizzarla, mi dimenticherò di te e questo non lo voglio però ci tengo a dire a mia mamma e al mio papà che gli voglio bene. Cosa posso fare?” – incalzò Grazia.

Non ti preoccupare piccola mia, io sarò sempre con te ma è giusto che tu ti impegni per imparare il linguaggio dei tuoi genitori…credi forse che quella brava dottoressa dove vai ogni settimana non sia anche lei, da un certo punto, un angelo messo a tuo servizio?” – le replicò Gastone.

Michela un angelo? Non ci avevo mai pensato anche perché lei non ha le ali come te!” – replico curiosa la bambina.

Certo che lo è ed ha un compito speciale: aiutarti ad imparare a parlare proprio perché le parole saranno le tue vere ali” – rispose Gastone

Ignari di quanto stesse accadendo; i genitori di Grazia, non vedendo nessuno davanti a loro figlia, si chiedevano tra di loro come mai la loro piccolina stesse sorridendo ma non se ne preoccuparono più di tanto visto che, vederla felice, già riempiva ad entrambi il cuore di gioia.

“Ora devo andare piccola mia perché tra poco sarà Natale e anche in Paradiso dobbiamo allestire tutto per festeggiare, però non ti dimenticare che io sono sempre con te e ti voglio bene” – disse Gastone il quale, prima di ripartire aggiunse: “Dimenticavo di dirti un’altra cosa davvero importante: il significato del tuo nome è dono di Dio…e tu lo sei, non dubitarne mai!

Anch’io ti voglio bene Gastone, ho però un’ultima domanda da farti: nell’attesa di imparare il linguaggio di mamma e papà come posso già oggi fargli capire che gli voglio bene?” – esclamò la bambina.

Facile, ricordati il gioco che facevamo sulla nostra nuvola…e prova rifarlo con i tuoi genitori sulla neve…io farò in modo che il giorno di Natale ne avrete in abbondanza nel vostro giardino di casa” – detto questo, Gastone partì da lei.

La mattina di Natale la piccola Grazia si svegliò presto è, ancor prima di vedere i regali sotto l’albero, guardò fuori dalla finestra e, come promesso da Gastone, vide tantissima neve. Corse subito in camera di mamma e papà e al grido di “Biribilli, billi billi” li prese per mano e li condusse nel giardino innevato. Appena giunti, proprio come faceva sulla nuvola n. 150, si tuffo di schiena nella neve e, agitando le braccia e le gambe, inizio a disegnare la sagoma di Gastone. Pieni di gioia anche la sua mamma e il suo papà fecero lo stesso e la gioia riempi i loro cuori.

Da quel giorno Grazia iniziò a dimenticare il linguaggio degli Angeli imparando, però, quello dei suoi genitori ma, in quella famiglia, rimase sempre una tradizione: il giorno di Natale lo scambio degli auguri avveniva sempre e solo con una sola esclamazione: “Biribilli, billi, billi!” …. e Gastone puntualmente, dalla nuvola, rispondeva facendo nevicare.

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Autore

Alessandro Grazioli

Marito e papà di 4 bambini, laureato in Giurisprudenza presso l’Università Statale di Milano, Business Unit Eticapro, Consigliere Comunale, scrittore di libri per l'infanzia, divulgatore e influencer sociale su Socialbg

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