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La legge 116 del 04/08/2021, che è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 13/08/2021, ha favorito la creazione di un programma pluriennale volto alla progressiva diffusione e utilizzazione dei DAE, defibrillatori automatici esterni, in diversi e molteplici luoghi pubblici al fine di dar vita ad un efficiente sistema di prevenzione in caso che una persona venga colpita da infarto.

Per questo motivo può essere capitato, entrando in qualche luogo pubblico, di vedere questo apparecchio che può essere di diverse tipologie:

  • Manuale;
  • automatico,
  • semiautomatico,
  • Impiantabile.

Al di là della tipologia quello che conta sapere è che si tratta di un vero e proprio dispositivo salva vita visto che serve per defibrillare un paziente colpito da attacco cardiaco o da fibrillazione ventricolare. Ma in caso di emergenza, chi può utilizzare questo apparecchio?

L’uso del defibrillatore semiautomatico o automatico è consentito:

  • al personale medico,
  • al personale sanitario non medico, 
  • al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardiopolmonare, come indicato quanto riportato dalla legge del 4 agosto 2021 n. 116 all’articolo 3 e successive modifiche alla legge 3 aprile 2001, n. 120.

Ed è proprio in quest’ultima categoria che rientra Don Diego Malanchini, curato dell’oratorio di Torre Boldone (al centro nella foto di copertina), il quale, durante una gita estiva del Cre organizzata in data 11 luglio all’Alpe Corte, è intervenuto con il dispositivo presente nel rifugio al fine di rianimare un escursionista (Marco Oberti, 37 anni, guardia giurata di Albino) non facente parte del gruppo parrocchiale, colpito all’improvviso da un attacco cardiaco.

Ad avvisare il curato dell’emergenza in corso è stato uno dei suoi giovani collaboratori che, accortosi della situazione anomala, è prontamente intervenuto con un massaggio cardiaco manuale chiedendo poi, ad un ulteriore accompagnatore parrocchiale, di avvisare il don Diego visto che erano a conoscenza del fatto che aveva il patentino per utilizzare il dispositivo salva vita.

Subito dopo questa prima rianimazione in loco e stato prontamente chiamato il 112 che, tramite l’ausilio di un elicottero, ha provveduto a portare all’ospedale di Bergamo l’escursionista. Nel trasporto in ospedale l’escursionista è stato colpito da un secondo infarto. Adesso lotta tra la vita e la morte all’ospedale Papa Giovanni.

Un episodio che richiama ancora una volta sull’importanza che sempre più persone, soprattutto se operanti in contesti pubblici, provvedano a prendere l’abilitazione all’utilizzo dei DAE fermo restando che, sempre la normativa italiana, evidenzia un aspetto che in pochi conoscono: nei casi di sospetto arresto cardiaco, qualora manchi personale sanitario o non sanitario formato, è, comunque, consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico o automatico anche a chi non sia in possesso  di formazione specifica.

Infatti, in questi casi, trova applicazione l’articolo 54 del codice penale “Stato di necessità” a colui che, non essendo in possesso dei predetti requisiti, nel tentativo di prestare soccorso a una vittima di sospetto arresto cardiaco, utilizza un defibrillatore o proceda alla rianimazione cardiopolmonare. Colpisce che ad effettuare l’intervento sia stato proprio un sacerdote perché dice di una attenzione e preparazione al prendersi cura del prossimo che realmente è segno di un servizio di eccellenza oltreché di conformità alla propria vocazione.

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