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«In una storia che avrebbe dovuto ispirare le donne mostrando una giovane donna in competizione con gli uomini ai massimi livelli degli scacchi mondiali, Netflix ha umiliato l’unica vera donna che aveva effettivamente affrontato e sconfitto gli uomini sulla scena mondiale in la stessa epoca». È la tesi dell’ex campionessa sovietica di scacchi Nona Gaprindashvili (80 anni) che puntella la sua causa contro Netflix, per sessismo e danno di immagine. Infatti, durante la fortunata serie “La Regina degli scacchi” («The Queen’s Gambit»), la protagonista Beth Harmon (Anya Taylor Joy), sostiene che la leggenda sovietica non abbia mai fronteggiato uomini alla scacchiera.

«Una falsità che cancella la mia vita», replica la Gaprindashvili, che per questo chiede 5 milioni di dollari di risarcimento e la rimozione dell’affermazione denigratoria. In realtà secondo i documenti la Gaprindashvili già nel 1968 aveva affrontato 59 giocatori maschi. Ecco la frase incriminata ascoltata nell’ultima puntata: «C’è Nona Gaprindashvili, ma lei è campionessa femminile di scacchi e non ha mai affrontato uomini». Un’affermazione che storpia anche il libro del 1983 di Walter Tevis a cui si ispira la serie, vista da oltre 62 milioni di famiglie e al secondo posto nella classifica delle serie più viste della storia della piattaforma streaming dopo « Tiger King» (64 milioni). Di rimando Netflix ha fatto sapere che «questo reclamo non ha alcun merito».

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