Il movimento tennistico italiano è diventato dominante nel mondo. Abbiamo il giocatore numero 2 al mondo, Jannik Sinner (ma era numero 1 fino a settembre) e altri 8 nella top 100. Poi abbiamo Jasmine Paolini nella top 10 femminile individuale e insieme a Sara Errani numero 1 di doppio. Poi a livello di squadra siamo i detentori della coppa Davis maschile e della King cup femminile.
Una supremazia sportiva che ricorda quello della Svezia tra il 1974 e il 1992. I tennisti professionisti svedesi nati negli anni ’60 sono arrivati in 26 nella top 100 (il dato lo ha riferito Svend Bertil Frandsen sul sito web Flashcore, al link: https://www.flashscore.it/news/tennis-coppa-davis-gruppo-mondiale-atp-singolare-perche-l-impero-svedese-del-tennis-di-borg-e-wilander-e-crollato-completamente/rN4uYi4j/) di cui 9 nella top 10. Con l’aggiunta di 24 vittorie nei tornei dello slam, coppe Davis in serie, ecc. I nomi di Bjorn Borg, Stefan Edberg e Mats Wilander sono rimasti nella memoria di tutti gli appassionati.
Oggi la situazione è molto cambiata. Già nel 2023 fece notizia il fatto che nessuno svedese fosse nella top 100 maschile, ma nel 2025 è ancora peggio: nessuno svedese è presente nella top 200, né in quella maschile né in quella femminile.
Cos’è successo perché il rapporto di forze si sia così ribaltato?
Frandsen abbozza una spiegazione: in Svezia ci sono pochissimi tornei di livello internazionale medio o basso, che sono la porta di ingresso dei tennisti promettenti nel sistema professionistico. Così i giovani nell’età cruciale per fare il salto di livello internazionale, non hanno la possibilità di affrontare giocatori stranieri forti in posti poco costosi, vicino a casa. O vanno all’estero, investendo molto, o si dedicano ad altro.
In Italia, invece, le possibiità agonistiche per i giovani talenti sono molte di più. Marco Iaria, su la Gazzetta dello Sport cartacea dello scorso 6 agosto, ha fatto una ricerca in proposito. Qui da noi, nel 2025, i giovani azzurri hanno avuto la possibilità di disputare 88 tornei dei circuiti minori (Challenger e Itf in campo maschile, W15/75 e W125 in campo femminile). In quei tornei, a differenza di quelli dedicati soltanto ai giovani, ci sono anche professionisti adulti e quindi il livello della competizione si alza.
Nel 2000, quando la Svezia era ancora tra le nazioni dominanti, di tornei di quel livello in Italia ce n’erano 56. A favorirne l’aumento è stata anche la Federazione, che ha investito 10 milioni di euro per aiutare i Circoli sul territorio. Un’altra iniziativa federale è stata l’apertura di una rete televisiva dedicata, Supertennis, visibile gratis sul digitale terrestre al canale 64.
Poi ok, se non nascono i Sinner e le Paolini diventa più difficile creare un movimento tennistico di vertice. Ma se si si fa in modo di facilitarlo, nascono anche i Musetti e le Cocciaretto. Tutto funziona meglio.



