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Ho partecipato all’ultimo tour di Lallio, passeggiata narrativa a tappe che ogni anno viene organizzata con l’intento di far conoscere la storia del paese. Iniziativa originale e premiata, con la collaborazione di un professionista del Pandemonium Teatro, Tiziano Manzini.

A partire dalla figura di San Bernardino che a Bergamo venne, operò come pacificatore di famiglie nobili in lotta e fu priore del Convento delle Grazie. Un confratello che di quel convento fece parte, si chiamava Eustachio Licini, e qui aveva terreni lasciò un cospicuo patrimonio per l’edificazione di una chiesa a Lallio, in omaggio al Santo di Siena. L’atto notarile del lascito risalente all’anno 1451 è conservato nell’archivio parrocchiale.

La Chiesa è ben conservata. C’è una Associazione che la tiene aperta e ne ha cura. Gli affreschi della facciata sono stati tolti e collocati nella sacrestia per preservarli dalle intemperie. Per vederli e fotografarli, trovando la porta aperta, mi sono intrufolato. Il parroco che in chiesa si trovava mi ha subito seguito, temendo qualche malintenzionato, “visti i tempi che corrono”. Fatte le debite scuse ho però approfittato per qualche informazione. Sui parroci che l’hanno preceduto, per esempio, spina dorsale delle comunità che si sono succedute, a cominciare dal primo nominato come Filippo “primicerio” di Lallio. Lallio fu in un certo momento considerata “parrocchia rurale autonoma”, con un proprio prete responsabile e non più dipendente dalla Chiesa di Sant’Alessandro di Bergamo. L’arciprete Caro Carlo Ambrosio si trovò nel 1659 alla visita pastorale del Vescovo Gregorio Barbarigo, il promotore del Seminario di Bergamo, che lo sollecitò ad erigere una nuova chiesa, che fu fatta più tardi, stante le possibilità economiche della parrocchia. L’arciprete Girolamo Gambarini fu poeta considerato e in relazione con illustri letterati come Byron e Chateaubriand, ottenendo pure un riconoscimento dal Re di Francia. La nuova chiesa fu consacrata sotto la guida di don Zanchi Francesco nel 1740, ed è ancora visibile in una vecchia fotografia esposta in sacrestia prima del suo abbattimento. Col senno di poi non fu una bella idea. Più raccolta, armonica appariva quella, che dava le spalle a chi arrivava da Grumello. La strada che l’avvolgeva su entrambi i fianchi proseguiva per Treviolo o Sforzatica. Strada sterrata e non più sentiero era diventata agli inizi dell’Ottocento, compresi i ponti che scavalcavano le rogge, l’Oriolo che cominciava la sua opera di irrigazione ad Astino, e la Morletta che scendeva lungo via Moroni, staccandosi dalla Roggia Serio .

Questa chiesa, eccessiva oggi, è dedicata a San Bartolomeo e a Santo Stefano  ed è stata disegnata dall’architetto Elia Fornoni. Non manca di pregevoli opere, a cominciare dalla Crocifissione del Terzi (1550) originariamente posta nella Chiesa di San Bernardino. Ha poi una Deposizione e Santi del Cifrondi (1710), ci sono gli stalli dei celebranti con le storie di Santo Stefano e San Bernardino dello scultore Giovan Battista Viola (1614). Sui diversi lati del nuovo altare  in legno massello rivolto al popolo, sono scolpiti i principali eventi del Mistero cristiano.

Ho sentito parlare della Vailetta, una frazione” chiedo al volontario che sta scopando nel cortile dell’Oratorio. “Non c’è più. C’era pure una chiesetta. Si trovava dove oggi vede una gran forma di formaggio prima del rondò di Dalmine”. Mi dice che oltre la chiesa fino alle case di Grumello era campagna. C’era il cimitero, in comune con Grumello, e in parte alla Roggio Oriolo una fabbrica di bottoni che è poi diventato campo di prigionia durante la guerra.

La mia famiglia” mi dice un altro signore sopraggiunto, “aveva un’osteria proprio là” e indica con la mano. Ci venivano i tedeschi del Campo. Un soldato italiano aveva sposato la zia finendo per gestire l’osteria. Era allegro, ci sapeva fare, uno spasso stare con lui.” Mi racconta che quando l’allora Vescovo e futuro Papa Giovanni, si recava al Santuario di Stezzano si fermava da loro che erano venuti da Sotto il Monte. Ci teneva a salutare il papà che era stato compagno di scuola.


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