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Secondo la tradizione buddhista, l’illuminazione del Buddha avvenne durante la notte di luna piena del quindicesimo giorno del mese lunare indiano di Vesakha, intorno al 450 a.C., mentre si trovava seduto sotto un albero della specie ficus religiosa, conosciuto come “albero della Bodhi”, nei pressi della città di Bodh Gaya, nell’attuale Stato indiano del Bihar.

In quel momento, Gautama riuscì a superare il ciclo delle rinascite e raggiungere il nirvana e con esso la conoscenza definitiva del Dharma, ovvero la verità ultima sulla natura della vita e sulla realtà del mondo. Questa esperienza gli permise di diventare “Buddha”ossia un “illuminato” e di iniziare a insegnare ad altri la via verso la liberazione dal dolore e dalla sofferenza.

Grazie alla meditazione Buddha poté raggiungere livelli sempre maggiori di consapevolezza giungendo ad afferrare anche la conoscenza delle Quattro nobili verità e dell’Ottuplice sentiero che rappresentano insegnamenti fondamentali del buddismo. In questa lezione parleremo delle nobili verità, l’ottuplice pensiero verrà approfondito nella prossima lezione.

Le quattro nobili verità rappresentano una serie di insegnamenti fondamentali del Buddhismo:

La verità della sofferenza (dukkha)

La vita è caratterizzata dal dolore, dalla malattia, dalla vecchiaia e dalla morte. Anche le cose piacevoli inesorabilmente finiscono, quindi la vita non può che essere vista come una fonte di sofferenza.

Secondo questo insegnamento, quindi, la sofferenza è una parte integrante della vita umana e non può essere evitata. Conoscerla significa accettare la realtà della vita e guardare alle fonti della sofferenza in sé stessi. Invece di cercare di evitare il dolore, il Buddhismo suggerisce di affrontarlo e di cercare la via per superarlo. Questo può essere fatto attraverso la meditazione, la pratica del proprio sviluppo interiore e l’aiuto degli insegnamenti del Buddha. Ciò che ci insegna il buddismo è di avere un atteggiamento più positivo e comprensivo verso noi stessi, i nostri simili e il mondo, solo in questo modo è possibile alleviare il dolore e a trovare la pace interiore, fino a raggiungere il Nirvana, ossia la pace dei sensi.

La verità dell’origine della sofferenza (samudaya)

La sofferenza ha un’origine. In generale, viene causata dal desiderio dei sensi e dall’attaccamento materiale, che ci portano a volere cose che non possiamo avere o che finiscono inevitabilmente. Per rompere il ciclo della sofferenza, i buddisti cercano di eliminare l’attaccamento e di raggiungere la saggezza attraverso la meditazione e altre pratiche spirituali.

A contribuire alla sofferenza, inoltre, è l’ignoranza o la mancanza di comprensione della vera natura delle cose e la tendenza a identificarsi con il proprio ego. Il Buddha ha insegnato che queste fonti di sofferenza possono essere superate attraverso la pratica del Dharma e della meditazione, che portano alla realizzazione della verità ultima e alla pace della mente.

La verità della cessazione della sofferenza (nirodha)

Il nirodha nel Buddhismo si riferisce alla cessazione o alla fine della sofferenza (dukkha) e della sua causa radicale, cioè il desiderio (tanha).

Buddha afferma che la sofferenza può essere sconfitta attraverso la cessazione del desiderio e l’adozione di un percorso spirituale per raggiungere la liberazione (nirvana). Tale percorso individuale consiste nella pratica del Dharma, e cioè nell’osservare la realtà in modo non giudicante e nel rispettare le leggi del buddismo. Anche la meditazione è un’importante pratica che aiuta a sviluppare la consapevolezza e l’attenzione, riducendo la distruttività della mente e aumentando la presenza del momento presente. Un’altra pratica di particolare utilità consiste nell’osservazione dell’Impermanenza, ossia nel guardare il mondo nella consapevolezza che tutto nella vita è sottoposto al mutamento e alla transitorietà, e che ciò che usiamo per definirci ha un’effimera esistenza. Infine, può aiutare a raggiungere la nirodha anche la pratica della compassione e della bontà verso gli altri, anche a costo di sacrificare i propri bisogni,

La verità del sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza (magga)

Il sentiero verso la cessazione della sofferenza è ottuplice. Questo percorso include il Giusto Pensiero, la Giusta Intenzione, la Giusta Parola, l’Azione Giusta, la Giusta Condotta, il Giusto Sforzo, la Giusta Attività Mentale e la Concentrazione Giusta. Attraverso lo sviluppo di questi aspetti, un individuo può sperimentare la cessazione della sofferenza.

Autore

Enrico Valente

Enrico Valente è nato a Torino nel 1978 dove si laurea in giurisprudenza nel 2004. Da oltre vent'anni si dedica allo studio e alla ricerca filosofica e da alcuni anni affianca la passione per la scrittura alla traduzione di saggi e romanzi. Con ”L'arte di cambiare, da bisogno a desiderio dell'altro” la sua opera di esordio, vince nel 2021 il primo premio al Concorso nazionale di filosofia ”Le figure del pensiero”, nello stesso anno riceve per la medesima opera la menzione d'onore al Premio di arti letterarie metropoli di Torino e arriva finalista al concorso di Città di Castello. Attualmente è impegnato alla preparazione di una collana intitolata ”Incontri filosofici” dedicata ai grandi protagonisti della filosofia che sta ricevendo un notevole riscontro da parte del pubblico ed è in corso di traduzione all'estero. Il suo primo numero “Il mio primo Platone” è arrivato finalista al concorso nazionale di filosofia di Certaldo (FI) 2022.

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