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Un ragazzo bergamasco di 14 anni è finito nei guai dopo essersi introdotto abusivamente e in modo fortemente irrispettoso in una videoconferenza della Comunità Ebraica di Venezia. Il ragazzo, dal computer della madre, avrebbe infatti interrotto l’incontro con insulti antisemiti, mostrando una svastica.

L’episodio risale al 3 novembre del 2020. Il ragazzo si era introdotto in modo anonimo all’interno di una videoconferenza su Zoom della Comunità Ebraica di Venezia, dedicata a una “Lezione di Ebraismo”. Una volta collegato aveva insultato e minacciato pesantemente i presenti.

Gli organizzatori avevano subito fatto una denuncia alla Polizia che aveva preso in carico la questione. In questo periodo di incontri a distanza online, spesso e volentieri si verificano intromissioni di questo tipo, di soggetti che sfruttano l’anonimato della rete per questioni politiche e non solo.

I magistrati della Procura di Venezia avevano subito avviato le indagini, condotte poi dagli investigatori della Digos e della Polizia Postale veneziana, con il supporto di quella bergamasca. Da alcuni accertamenti era infatti emerso che l’utenza telefonica a cui era collegato il computer da cui era partita l’incursione era intestata a una donna residente in bergamasca.

Ulteriori indagini hanno portato alla scoperta che a mettere in atto il gesto antisemita era stato il figlio della donna, di soli 14 anni. Nella mattinata di giovedì 28 gennaio gli agenti si sono recati a casa della famiglia e dopo una perquisizione hanno trovato il dispositivo utilizzato. Messo sotto sequestro, è scattata una denuncia nei confronti del 14enne, che non ha saputo fornire spiegazioni.

Gli investigatori non escludono che il ragazzo possa essere arrivati agli insulti antisemiti solo per una bravata con degli amici. Proprio in questa direzione si stanno muovendo gli inquirenti per far luce sull’accaduto.

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