Servizio al corpo, profondo, Gauff si trova la palla addosso e quando questo accade la risposta o va in rete o fuori dal campo. Tutti in piedi al Foro Italico per Jasmine Paolini che conquista il Master di Roma. Tutto questo a 40 anni dal successo di Raffaella Reggi. Una vittoria storica ottenuta (6-4 6-2 sull’americana) sotto gli occhi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che seduto in tribuna autorità con la figlia ha applaudito più volte la piccola grande tennista italiana e si è alzato in piedi insieme a tutti gli spettatori quando Jas con un ace sporco si è presa il titolo.
La Paolini ha vinto sfindando le leggi della fisica, per le quali 158 centimetri di altezza paiono un ostacolo insormontabile per arrivare ai massimi livelli del tennis mondiale. Non per Jasmine Paolini da Lucca che, grazie ad un concentrato di volontà e abnegazione, conditi da una palla lavorata e una variazione di colpi che sulla terra battuta la fanno sempre da padrone, riescono a sfidare e superare limiti che sembrano scritti da Madre Natura. E invece Jasmine ci fa capire che si può fare. Si possono superare i propri limiti, porsi obiettivi alti, passo dopo passo. Ci vuole costanza, applicazione sacrificio, (la vita di un tennista di quei livelli è un carcere anche solo per il regime alimentare) ma si può fare.
Finito il macht mi concedo una pizza. La cameriera al bar mi dà i cartoni d’asporto. Le do uno sguardo e le chiedo quanto è alta? Mi risponde 1,58. Mentre pago le chiedo se non è il caso di provare a prendere una racchetta in mano.
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