Biondi immobiliare

Lo scorso 20 marzo su la Repubblica cartacea è stata pubblicata una vignetta di Biani. Il disegno rappresenta un malato in un letto d’ospedale, ripreso di spalle mentre su uno schermo televisivo guarda bombe cadere. Il testo di accompagnamento è tratto da una frase di papa Francesco: «Nella malattia la guerra appare ancora più assurda, la fragilità ha il potere di rendere più lucidi rispetto a ciò che dura e a ciò che passa, a ciò che fa vivere e a ciò che uccide».

Il papa è stato ricoverato in ospedale, a rischio della vita, per più di un mese tra febbraio e marzo. Poiché era malato tutto un sistema medico si è attivato per salvargli la vita, riuscendoci.

La cosa mi ha colpito perché nello stesso periodo anche io, nel mio piccolo di personalità molto meno rilevante a livello pubblico rispetto al papa, sono stato ricoverato in ospedale. Anche io avevo la vita a rischio. Anche per me il sistema sanitario si è attivato per ridarmi la salute.

Mentre ciò accadeva, i governi di mezzo mondo erano occupati in una faccenda del tutto opposta: una guerra, cominciata in Ucraina nel 2022, che ha già provocato moltissime vittime. Forse milioni. Per tale guerra sono già stati spese ingentissime quantità di soldi, ma ai governi ancora non bastano. C’è chi dice che ne servono altri, di soldi, per produrre e comprare armi. Almeno 800 miliardi.

C’è una terribile contraddizione, qui. Da un lato una parte consistente dell’umanità prende atto che esiste il dolore, esiste la malattia – e sono cose inaccettabili, che vanno debellate. È cosa buona e giusta studiare, capire i motivi, e poi costruire strutture come gli ospedali per curare.

Curare tutti, dal ricco al povero, dal vecchio al bambino.

Dall’altro lato c’è una quantità di esseri umani che pensa ai modi peggiori per procurare danni al prossimo, per uccidere, per devastare. Anche in quel caso, ci sono persone che studiano molto, che progettano, che costruiscono – non per salvare bensì per distruggere.

La frase del papa è illuminante. «Nella malattia la guerra appare ancora più assurda».

La malattia provoca dolore, e va quindi debellata. Anche la guerra provoca dolore. Va quindi debellata. A volte le idee buone sono semplici.

About the Author

Guido Tedoldi

Nato nel 1965 nel milieu operaio della bassa Bergamasca. Ci sono stato fino ai 30 anni d’età, poi ho scelto di scrivere. Nel 2002 sono diventato giornalista iscritto all’Albo dei professionisti. Nel 2006 ho cominciato con i blog, che erano tra gli avamposti del futuro. Ci sono ancora. Venite.

View All Articles