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Sabrina aggancia la palla di destro e vola sulla corsia di destra. Solita finta alla Garrincha a saltare l’avversario e palla in mezzo. Tesa, bassa, perfetta per il bomber Paolo che di prima intenzione brucia sul primo palo il portiere avversario. “Mirafiori” 1 – “Amici degli alpini” 0.  Questa storia comincia così con un gol di rapina in un piccolo borgo della Valle Brembana. Il classico torneo estivo di calcio a 7. I soliti amici del Bar Emme, una squadra improvvisata, (ma poi nemmeno troppo), adolescenti in piena crisi ormonale, più varie ed eventuali, che scopriremo più avanti. L’idea iniziale era di Daniele. Il regista della squadra, 21 anni. Metalmeccanico di giorno e un calibro al posto del piede sinistro di sera, del destro invece meglio parlarne in un altro libro. I mastini della difesa sono Marco e Manuele. Il primo 20 anni, al primo anno di informatica all’università, cartellino giallo facile, ma nel breve non gli va via nemmeno il gatto di casa. Manuele, invece, 18 anni. Più alto e fisicato, liceale dalle grandi ambizioni, regista difensivo, e mago dell’anticipo. A sinistra abbiamo Andrea. 21 anni. Diplomato ragioniere, con una scrivania in mogano nella private banking del padre. Quattromila euro al mese più bonus, ed extra sotto la scrivania della segretaria di turno. E’ la vita che sogna ogni maschio medio italico. Gran destro da ogni posizione e dribbling facile.

Il centravanti è Paolo. 22 anni, carpentiere, il miglior cliente del Bar Emme. La sua filosofia di vita è in quattro parole: lavoro, pallone, pizza e birra. Ma anche un istinto da prima punta come pochi. In porta c’è Maria. Mary per gli amici. 19 anni lanciata verso il primo anno di psicologia. Sarà pure una ragazzina, nemmeno tanto alta, capelli corti e cappellino alla Walter Zenga, ma  riflessi ed una rapidità nei movimenti che ricorda “gattone” Mayer, il portiere della Germania occidentale degli anni 70. Il regolamento del torneo prevede almeno una donna per squadra: noi ne avevamo addirittura due. L’ala destra è Sabrina. 16 anni. Capelli lunghi corvini. Gambe veloci alla Domenghini, ma visione di gioco alla Causio. Unico neo, un caratterino da amazzone. Ed infine Piero, l’allenatore. 70 anni. Di cui gli ultimi 30 passati da pensionato ex Falk. Nessuno poteva considerarsi più esperto con tutti quegli anni passati col telecomando di Sky sul divano di casa e la bottiglia Jack Daniel’s Tennessee Whiskey, dopo che la moglie lo ha mollato anni prima per un avvocato hippy tesserato Pd conosciuto dopo le ultime primarie.

Eravamo la “Mirafiori”. Si proprio come il quartiere di Torino dove ha la sede la Fiat. Nome scelto dal padre di Daniele, ex rappresentante sindacale di fabbrica, il quale aveva pure procurato magliette e sponsor grazie alle vecchie amicizie coltivate nell’organizzazione. Maglie bianche, pantaloncini neri e calzettoni verdi. Sembravamo proprio usciti dai quei vecchi film sui mondiali anni 70-80. Sembravamo la Germania occidentale. Dunque la prima partita è con gli “Amici degli alpini”. Finisce 2-0 con un gran destro di Andrea dal limite che chiude l’incontro. Il primo turno è superato facilmente, ma ad un certo punto, prima del rientro negli spogliatoi Sabrina se la prende con Andrea: «Che cazzo fai? Perché non hai passato che ero libera?».

Lui con il solito fare da semplicista ma anche un po irriverente le dice: «Ehi ragazzina, tu avrai anche il 7 sulla schiena, ma io ho il 10… quindi prima di parlare con me vai da Daniele e impara come si fa a tirare i calci di punizione, cosi forse prima o poi arriva una palla decente in area».
Prima che la discussione degeneri interviene proprio Daniele con la sua autorità di capitano. La prende per un braccio e le sussurra: «Dai Sabri stai calma. Se ti incazzi quando vinciamo, figurati se perdiamo».
Arriva anche Mary: «Dai Sabri tranquilla… fa così…  perché sei una delle poche che non se lo fila».
Mary aveva ragione. A Sabrina piaceva Daniele. Ha accettato di giocare solo per lui. Ma sarebbero passati secoli prima che lui potesse accorgersi del suo interesse. Interviene Mister Piero:  «Ok ragazzi… stasera pizza al Bar Emme. Offro io».


Il Bar Emme (con annessa trattoria e pizzeria) è il classico locale per tutti. Più per giovani certo, ma i prezzi popolari praticati dal gestore fanno si che anche qualche coppia post-crisi-economica o studenti laureandi possano approfittare dei menu turistici di mezzogiorno e sera. Sono tutti seduti al tavolo. Mister Piero dispensa consigli tattici per la partita seguente, ma non riesce a fare a meno di lanciare sguardi languidi alle clienti dei tavoli vicini. Daniele come al solito è concentratissimo, con Marco e Manuele, sul prossimo fantacalcio e l’arrivo in salita del Tour de France del giorno dopo. Sabrina gli è seduta a fianco in completa tenuta da rimorchio con gonnellina bianca e intimo vedo-non-vedo. Tutto per far colpo su Daniele, ma lui è su un altro pianeta. Mary le dice: «Dai Sabry su col morale… non sei tu il problema… è che per lui le ragazze vengono al trentaduesimo posto ora».
Lei sussurra: «Ma non sarà che gli piaci tu o un’altra?».
«Ma che dici? – risponde Mary – Io poi con le mie maniere e il mio modo di fare lo escludo proprio».
Dall’altro lato del tavolo invece Andrea e Paolo fanno quasi a gara a chi beve più birre. Nessuna delle ragazze presenti in sala stacca gli occhi di dosso da Andrea, il giovane golden boy e figlio di papà più ambito della zona. Ad un certo punto Daniele ne esce: «Oggi Sabry sei stata la mvp della partita. Se non la sbloccavi tu con quell’azione sulla fascia la stavamo ancora giocando ora».
Mary fa l’occhiolino a Sabry.  Lei con un sorriso a 32 denti risponde con un semplice e appena percettibile: «Grazie Dani, ma è stato merito tuo, mi hai fatto un lancio splendido, mi hai messo un pallone sulla corsa».
E abbassa il capo presa da un conato di timidezza.
Mary scuote la testa. Pensa che è assurdo. La ribelle Sabry dai capelli lunghi, che potrebbe avere qualsiasi ragazzo ai suoi piedi, fa fatica a spiaccicare parola con Daniele, non certo un Einstein a saperci fare con le ragazze.

La serata va scemando. Piero, dopo il solito Jack Daniel’s, saluta tutti e col suo Panda 750 si avvia sul provinciale a chissà quale meta notturna. Andrea prende la Z3 e invita le ragazze al bancone del bar a fare un giro. Mary riaccompagna Sabry. Marco prende Daniele in disparte: «Ehi coglione, ti sei accorto che stasera c’era qualcuna che ti avrebbe portato giù nella zona del cambio fusti di birra e coca cola e si sarebbe fatta fare di tutto da te?».
Daniele lo guarda esterrefatto: «Come scusa? Di che stai parlando?».
«Sto parlando della ragazza col numero 7 – risponde Daniele – E’ da un po’ che si è accorta di essere una donna, mentre tu invece sei concentrato sulle partite, la tappa del Tour di domani, e il fantacazzo… sveglia!!!!! Cosa pensi che ci metta qualcuno a portartela via?».
Daniele rimane allibito e spaesato: «Ma dici Sabrina? Ma dai ha 16 anni… cioè… non mi pare il caso. Tu voli troppo con la fantasia».
Marco a quel punto desiste: «Beh, il regista della squadra sei tu, se preferisci aspettare col pallone tra i piedi stai tranquillo che arriverà qualcuno che non avrà i tuoi scrupoli».

Autore

Davide Bettinelli

Nato a Trescore nel 1982. Diplomato alla "Pesenti". Occupazione operaio metalmeccanico. Membro del consiglio di fabbrica per la CISL dal 2006 al 2014. Calcio CSI dal 2003 al 2009. 1° posto Endenna gruppo di campionato 2007-2008 Arbitro CSI dal 2009 al 2011. Presidente calcio a 5 CSI dal 2010 al 2013 della Mirafiori. 1° posto gruppo E nella stagione 2011-2012. 1° posto torneo Epifania a Berbenno nel 2011. Tennis a livello amatoriale dal 2013 al 2017. Miglior risultato quarti di finale torneo Quarenga 2016. Iscritto al PD dal 2010

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