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Il Giro d’Italia di ciclismo 2025 è stato vinto da Simon Yates. Occorre ribadirlo perché lui, pur facendo parte della cerchia ristretta di quelli che hanno vinto molte corse in carriera, è spesso lontano dalle attenzioni degli addetti ai lavori.

Ricorda un po’ Felice Gimondi, che ha avuto una carriera clamorosa, fatta di molte vittorie, ma è stato contemporaneo di «quello là» (come lo definiva lui) cioè Eddie Merckx. Se Gimondi vinceva 1 corsa, quello là faceva il cannibale e ne vinceva 5. Yates sta avendo una traiettoria agonistica simile (qualche info si trova nella Wikipedia online, al link https://it.wikipedia.org/wiki/Simon_Yates). È arrivato alla ribalta del ciclismo internazionale nel 2010, vincendo a 18 anni ai Mondiali su pista. Ma in circolazione c’erano «quelli là», i suoi connazionali britannici del team Sky, a cominciare da Bradley Wiggins: vincitore di Mondiali, Olimpiadi, Tour de France, ecc. Nel frattempo Yates diventava professionista e vinceva tappe, soprattutto di montagna ma anche a cronometro, nei giri di una settimana. Ma non lo notavano.

Nel 2018, al Giro d’Italia, sembrava essere arrivata una svolta. Yates vinse 3 tappe e indossò per 13 giorni la maglia rosa. Quelli là del team Sky, in particolare Chris Froome, sembravano incapaci di contenerlo. Perlomeno fino al 25 maggio, 19ª tappa, con in programma 4 salite tra cui il Colle delle Finestre. Froome andò all’attacco e alla fine conquistò quel Giro, mentre Yates ebbe una crisi terribile e terminò per ostinazione con mezz’ora di distacco.

Yates sembrava, agli occhi dei commentatori del ciclismo, un corridore finito. A 26 anni d’età la sua parabola sembrava già esaurita. L’unico a non accorgersene fu proprio lui, che infatti poche settimane dopo, il 16 settembre, vinse la Vuelta España. Poi, ogni anno successivo, qualche tappa e classifiche finali di giri di 1 settimana.

Quelli là del team Sky sono però nel frattempo stati soppiantati da altri, come Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar, gente che quando partecipa alle corse quasi sempre le vince. Al Giro d’Italia 2025 quelli là non c’erano, ma ugualmente Yates sembrava lontano dai riflettori. Il 30 maggio era «solo» 3° in classifica generale, a 1’21” dalla nuova stella 20enne Isaac Del Toro. E il giorno dopo, 31 maggio, era in programma l’ultima tappa di montagna… con il famigerato Colle delle Finestre, dove Yates era crollato nel 2018.

Quello meno preoccupato di tutti era però proprio lui, Yates. Che infatti è andato all’attacco proprio su quella salita e (ne ha parlato il sito web OASport al link https://www.oasport.it/2025/06/simon-yates-frantuma-il-record-di-scalata-di-froome-al-colle-delle-finestre/?refresh_ce).

Sul traguardo ha inflitto 5’11” alla precedente maglia rosa, prendendola lui e vincendo così il Giro. In più ha stabilito un record strabiliante: sul Finestre Froome aveva impiegato 64’19” nel 2018, Yates 59’23”, migliorando di quasi 5 minuti quel tempo. In sintesi, Simon Yates è un campione. Ok, ci sono in circolazione quelli là, che a leggere i freddi numeri vincono di più e più spesso. Ma intanto le corse è capace di vincerle anche lui. E tante.

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Guido Tedoldi

Nato nel 1965 nel milieu operaio della bassa Bergamasca. Ci sono stato fino ai 30 anni d’età, poi ho scelto di scrivere. Nel 2002 sono diventato giornalista iscritto all’Albo dei professionisti. Nel 2006 ho cominciato con i blog, che erano tra gli avamposti del futuro. Ci sono ancora. Venite.

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