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I carabinieri forestali della stazione di Sedrina hanno eseguito due fermi negli ultimi giorni a carico di due uomini per reati venatori ai danni di fauna non cacciabile anche particolarmente protetta. Si tratta di un 65enne e di un 57enne della Valle Brembana.

Reti da uccellagione e uccelli in gabbia in Valle Brembana

Il primo caso riguarda un uomo che utilizza reti da uccellagione, vietate proprio perché causano la morte di numerosi esemplari di avifauna in modo non selettivo. I forestali sono risaliti all’uomo dopo aver individuato alcune di queste reti tese tra gli alberi in un boschetto vicino a Serina. L’uomo, rintracciato e identificato, ha ammesso le sue responsabilità. Si tratta di un metodo vietato di caccia proprio perché porta alla morte anche esemplari non cacciabili e senza un limite definito di animali catturati. Modalità vietata anche perché procura prolungate e dolorose sofferenze a tutti gli uccelli che vi restano intrappolati.

L’uomo ha immediatamente subito una denuncia da parte dei forestali. Nella sua abitazione i forestali hanno sequestrato oltre ad altre tre reti da uccellagione anche sette gabbiette, alcuni uccelli vivi e varie carcasse di volatili conservati in un frigorifero. Gli animali sono stati immediatamente trasportati al centro di recupero CRAS del WWF di Valpredina. Tra questi vi erano esemplari di pettirosso, passera, cincia mora, cardellino, fringuello, merlo e tordo bottaccio.

Fermato mentre macellava un capriolo

L’altra denuncia è scattata in seguito ad alcune telefonate al numero unico europeo di emergenza. Era stata infatti segnalata la presenza di cani che inseguivano un capriolo ferito nelle vicinanze di Sedrina. I forestali, intervenuti sul posto, non solo hanno prontamente rintracciato il proprietario dei cani ma lo hanno anche colto sul fatto. L’uomo, raggiunto nella propria abitazione, era infatti alle prese con la macellazione del capriolo sotto il gazebo di casa. L’ungulato era protetto e non cacciabile se non in occasione di specifici periodi e piani di abbattimento. La forestale ha prima denunciato l’uomo e poi posto sotto sequestro i resti dell’animale.

Gli illeciti in materia venatoria sono ancora piuttosto diffusi anche in provincia di Bergamo e per questo è sempre importante, in caso di situazioni che destino sospetto, che i cittadini segnalino tempestivamente al numero di emergenza ambientale 1515 o al NUE 112 informazioni utili a perseguire questi reati che spesso danneggiano animali anche particolarmente protetti che è dovere di tutti tutelare.

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