Biondi immobiliare

Abemus Recovery Fund. Dopo tante travagliate peripezie politiche il piano di aiuti europei è stato varato. 209 miliardi sono una valanga di soldi se li paragoniamo alle stime del governo che prevede in circa 110 miliardi il totale di ristori sussidi e CIG, nel periodo che intercorre fino al vaccino e all’immunità di gregge. Ora il punto è il solito: come verranno investite tali risorse? Perché la storia italiana, si sa, è piena di enormi pasticci e imperizie tecniche e politiche che nelle opere e negli investimenti pubblici hanno creato più dolori che gioie per il contribuente medio.

In questo caso, però, non c’è di mezzo solo il contribuente italiano, ma anche quello europeo. La signora Lagarde (attuale presidente della Banca Centrale Europea) l’ha già fatto notare che per la primavera del 2022 vorrà vedere i risultati o perlomeno i progetti compiuti ed approvati per i contributi ricevuti. Speriamo bene, perché da noi il governo sta già litigando sul come e dove spendere e si può anche capire visto la portata di tale responsabilità.

Quello che fa strano è sentire il leader dell’opposizione che fino a ieri ha tuonato peste e corna contro Europa e BCE fare accettare a denti stretti tale accordo, ma far finta di nulla sulle garanzie che dovremmo dare ai nostri cugini d’Oltralpe sul Recovery Fund, sostenendo che non si può ricattare con minacce di prelievo al risparmio privato nel caso non venga rispettato il piano di rientro dal debito. Facciamo fatica a capire in quale contesto, dall’Impero Romano ai giorni nostri, dalle isole Galapagos all’Eritrea, a una persona beneficiaria di un contributo economico non si possa chiedere garanzie o comunque rassicurazioni su come rientrare.

L’unico partito politico per cui è opinabile questa legge – e non abbiamo più notizie dal 1991 ad oggi – è il partito comunista sovietico di cui il leader leghista Matteo Salvini dichiara di essere agli antipodi. In un contesto del genere con una maggioranza sempre più sgangherata e col dubbio perenne di elargire tale investimento nei classici sussidi a ditte in perenne affanno e pubbliche cattedrali nel deserto, abbiamo pure lo spettro di un futuro governo di destra (almeno loro credono di esserlo!) che pensa che si possano spendere i soldi degli altri senza condizioni. E non pagarne conseguenze drammatiche. Draghi pensaci tu …

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Autore

Davide Bettinelli

Nato a Trescore nel 1982. Diplomato alla "Pesenti". Occupazione operaio metalmeccanico. Membro del consiglio di fabbrica per la CISL dal 2006 al 2014. Calcio CSI dal 2003 al 2009. 1° posto Endenna gruppo di campionato 2007-2008 Arbitro CSI dal 2009 al 2011. Presidente calcio a 5 CSI dal 2010 al 2013 della Mirafiori. 1° posto gruppo E nella stagione 2011-2012. 1° posto torneo Epifania a Berbenno nel 2011. Tennis a livello amatoriale dal 2013 al 2017. Miglior risultato quarti di finale torneo Quarenga 2016. Iscritto al PD dal 2010

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