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Democrito nacque nel 460 a.C., fu allievo di Leucippo il fondatore dell’atomismo. La vicinanza di pensiero tra i due filosofi è così forte che non è sempre facile attribuire le idee ad uno piuttosto che all’altro. É considerato un presocratico, sebbene fosse nato dopo Socrate, e tra i più prolifici.

LA TEORIA ATOMISTICA DI DEMOCRITO

Non conosciamo molto della sua vita, sembra che fosse nato da una famiglia nobile, anche se nel corso degli anni rinunciò a buona parte dei suoi beni materiali per concentrarsi sulla speculazione filosofica. Il nome di Democrito è rimasto legato alla teoria atomista, teoria che ebbe ripercussioni fortissime nella storia, a partire da Epicuro e da Lucrezio, per continuare tra i filosofi del tardo medioevo, dell’età rinascimentale e del mondo moderno. Per questi motivi Democrito può essere considerato come “il padre della fisica”.

Alla base della filosofia democritea si trovano due concetti: l’atomo e il vuoto. Tale dicotomia rappresenta, se vogliamo, la separazione tra essere e non essere, l’atomo è ovviamente l’essere, mentre il vuoto rappresenta il non essere. Ciononostante gli atomi non possono essere percepiti con i sensi ma soltanto intuiti dall’intelletto.

IL PRINCIPIO PRIMO, L’ARCHE’

L’atomo costituisce l’elemento originario e fondamentale dell’universo nonché di tutto ciò che è fisico. Per questo rappresenta il principio primo, l’archè, quindi l’essere immutabile ed eterno. Oltre ad essere indistruttibile, l’atomo è indivisibile, omogeneo e compatto. Come si vede la teoria degli atomi di Democrito si contrappone a quella di Zenone. Se per quest’ultimo lo spazio può essere diviso in un numero infinito di parti per Democrito, al contrario, esiste un limite invalicabile oltre il quale non si può continuare a dividere lo spazio, tale limite è dato dall’atomo.

La compresenza di atomi e del vuoto rende possibile l’esistenza della materia e degli oggetti. Gli atomi rappresentano lo spazio pieno, quello occupato dagli oggetti, quindi l’essere, mentre il vuoto costituisce lo spazio che separa le cose, quindi il non essere. L’uno rimanda all’altro, lo implica necessariamente, poiché la realtà è il risultato della loro sintesi. Nella prospettiva di Democrito non esiste nessun tipo di orientamento delle cose nello spazio, pertanto non si può parlare né di un “alto” e un “basso”, né di centro e estremo.

Gli atomi democritei, essendo definiti come quantità infinitesime, erano del tutto privi di determinazioni qualitative (a differenza dei semi di Empedocle): sono fatti tutti della medesima materia, ma differiscono per quanto riguarda gli aspetti quantitativi, vale a dire forma, ordine e posizione.

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Fonte immagine di copertina: Depositphotos

Autore

Enrico Valente

Enrico Valente è nato a Torino nel 1978 dove si laurea in giurisprudenza nel 2004. Da oltre vent'anni si dedica allo studio e alla ricerca filosofica e da alcuni anni affianca la passione per la scrittura alla traduzione di saggi e romanzi. Con ”L'arte di cambiare, da bisogno a desiderio dell'altro” la sua opera di esordio, vince nel 2021 il primo premio al Concorso nazionale di filosofia ”Le figure del pensiero”, nello stesso anno riceve per la medesima opera la menzione d'onore al Premio di arti letterarie metropoli di Torino e arriva finalista al concorso di Città di Castello. Attualmente è impegnato alla preparazione di una collana intitolata ”Incontri filosofici” dedicata ai grandi protagonisti della filosofia che sta ricevendo un notevole riscontro da parte del pubblico ed è in corso di traduzione all'estero. Il suo primo numero “Il mio primo Platone” è arrivato finalista al concorso nazionale di filosofia di Certaldo (FI) 2022.

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