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La strada che, varcata la Porta S. Alessandro, scendeva per Borgo Canale, si incrociava qui con la via Broseta che usciva dalla cinta medievale dei borghi di Città bassa. Dirigendosi a Como prendeva il nome di Briantea. Longuelo –  Longule è detto in un documento dell’anno Mille – sorse attorno alla Chiesa vecchia e siccome la strada si fa piana, negli anni ’50 la domenica – almeno così mi racconta un amico – si trasformava in campo di tamburello tra i giovani della frazione. Altri tempi!

La Chiesa di Longuelo è dedicata anche a Sant’Antonio patavinus cioè da Padova. Me ne sono accorto per un altare laterale. Sant’Antonio è al solito raffigurato con il bimbo Gesù in braccio, segno di affettuosità e di cura, sentimenti che caratterizzarono la sua vita.

Nella nicchia sono dipinti dei momenti prodigiosi della sua opera. Ormai francescano, si rivolge ai pesci del mare che affiorano dall’acqua per ascoltarlo, a differenza degli uomini sempre presi dai loro affari e dalle loro ambizioni. A Rimini incontrò un’inaspettata resistenza alla sua predicazione.

E’ difensore dei poveri anche presso i potenti. Affrontò il tiranno Ezzelino da Romano, signore del Veneto, e si fece mediatore di spose e madri per figli e mariti prigionieri. Si china su paralitici e sofferenti e allevia i loro mali. Ebbe fama di taumaturgo oltre che di grande predicatore. A lui solo Francesco, che non amava troppo la compagnia dei dottori della legge, diede il permesso di recarsi a Bologna – primo teologo dell’Ordine – per irrobustire il suo sapere, presentare una parola consona al messaggio divino e meglio affrontare le dispute con gli eretici. Fu chiamato il “martello degli eretici”. La sua però non era una parola aggressiva, ma argomentante e accompagnata da gesti di carità.

chiesa di Longuelo

Nacque a Lisbona da famiglia nobile. Il padre lo predestinava alle armi, lui ripiegò sulla vita religiosa. Fuggì dal convento troppo implicato in conflitti politici e contese di famiglie aristocratiche. Fu affascinato da quei frati mendicanti che erano arrivati fin nel suo Portogallo. Si accompagnò ad alcuni di loro. Pensava di andare a convertire gli infedeli musulmani dell’oltre sponda. Ebbe lo stesso insuccesso del Santo di Assisi con il Sultano. Si ammalò. Fu costretto a tornare indietro. Ma la nave che lo doveva riportare a casa, colta da una burrasca, si infranse sulla costa siciliana. Trovò aiuto. Rinfrancatosi volle di nuovo partire; si proponeva di raggiungere Francesco che aveva convocato i Confratelli alla Porziuncola di Assisi, per il giorno di Pasqua. Arrivò, lo vide, quel poverello dall’esile corpo, gli occhi luccicanti, dalla voce suadente. Parlò con lui e ne ascoltò i consigli. Si sentì rinfrancato. Raddoppiò i suoi propositi.

Sulla volta della chiesa di Longuelo è raffigurato il Santo portato in cielo tra le braccia degli angeli come quando sentendosi mancare desiderò tornare alla sua Arcella, a Padova dove finalmente si era fermato, e i suoi lo presero dal carro per portarlo di sopra, nella sua cella. Era il 13 giugno 1231, aveva 36 anni.

chiesa di Longuelo

E’ rimasta la festa. “Vengono da fuori per pregare il Santo francescano e far benedire fazzoletti contro il fuoco di S. Antonio”, confondendo questo Antonio con l’altro, Sant’Antonio Abate, caro al mondo contadino. Ogni anno si ripete la processione come si ripetono i segni della religiosità ispirata al Santo. Il caseggiato accanto alla chiesa di Longuelo era Convento francescano di S. Maria Immacolata, precedente alla Chiesa, oggi trasformato in appartamenti. Di francescano a Bergamo sono rimasti i Cappuccini di Borgo Palazzo. La Chiesa fu costruita nel 1690. Sopra il portale c’è scritto: “bene fundata  perché poggia sulla roccia”.

chiesa di Longuelo

 

 

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