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Con l’aumento dei casi Covid19 cresce inevitabilmente anche il numero delle persone in isolamento oppure in quarantena. Partiamo col dire che isolamento e quarantena non sono la stessa cosa. Per isolamento si intende “la separazione delle persone infette dal resto della comunità per la durata del periodo di contagiosità, in ambiente e condizioni tali da prevenire la trasmissione dell’infezione“. L’isolamento scatta quando il tampone è positivo. La quarantena implica, invece, la restrizione dei movimenti di persone sane per la durata del periodo di incubazione del virus con l’obiettivo di monitorare l’eventuale comparsa di sintomi e identificare tempestivamente nuovi casi. Il Ministero della Salute con l’ultima circolare ha fornito indicazioni utili per capire il dar farsi in caso positivi asintomatici, per quelli sintomatici, per i casi positivi a lungo termine e per i contatti stretti asintomatici

Come devono comportarsi i positivi al Covid ma senza sintomi?
Le persone asintomatiche risultate positive al Covid possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo (10 giorni + test).

Come devono comportarsi i positivi sintomatici?
Le persone sintomatiche risultate positive al Covid possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi accompagnato da un test molecolare con esito negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi. (10 giorni, di cui almeno 3 giorni senza sintomi + test). Considerata la prolungata  persistenza nel tempo non sono considerati sintomi la perdita dell’olfatto e del gusto.

Come devono comportarsi i casi positivi a lungo termine?
Le persone che, pur non presentando più sintomi Covid, continuano a risultare positive al test molecolare, in caso di assenza di sintomatologia (fatta eccezione anche in questo caso per la perdita dell’olfatto e del gusto ) da almeno una settimana, potranno interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi. Questo criterio potrà essere modulato dalle autorità sanitarie d’intesa con esperti clinici e microbiologi/virologi, tenendo conto dello stato immunitario delle persone interessate (nei pazienti immunodepressi il periodo di contagiosità può essere prolungato).

Cosa è previsto per i contatti stretti asintomatici?
I contatti stretti di casi con infezione Covid confermati e identificati dalle autorità sanitarie, devono osservare: un periodo di quarantena di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso. In alternativa si deve osservare un periodo di quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione. In questo caso occorre un test antigenico o molecolare negativo effettuato il decimo giorno, per il termine della quarantena. Anche se si facesse il tampone due giorni dopo l’inizio della quarantena, si dovrebbero comunque aspettare 10 giorni prima di uscire di casa.

Cosa è previsto per un familiare convivente (A) di un soggetto (B) che è entrato in contatto con un positivo al Covid (C)?
E’ una situazione che genera spesso anche paure immotivate. Nel caso descritto nella domanda il soggetto A non deve fare assolutamente nulla e continuare normalmente la sua routine quotidiana. Dunque niente quarantena e niente test diagnostici. Se però si constata che anche A è entrato direttamente in contatto con C si rientra nel caso precedente.

Tamponi e test?
Nella circolare si raccomanda di: 1) eseguire il test molecolare a fine quarantena a tutte le persone che vivono o entrano in contatto regolarmente con soggetti fragili e/o a rischio di complicanze; 2) prevedere accessi al test differenziati per i bambini; 3) non prevedere quarantena né l’esecuzione di test diagnostici nei contatti stretti di contatti stretti di caso (ovvero non vi sia stato nessun contatto diretto con il caso confermato), a meno che il contatto stretto del caso non risulti successivamente positivo ad eventuali test diagnostici o nel caso in cui, in base al giudizio delle autorità sanitarie, si renda opportuno uno screening di comunità; 4) promuovere l’uso della App Immuni per supportare le attività di contact tracing.

Come si fa a sapere se si è entrati in contatto con una persona positiva?
E’ l’Ats che dovrebbe avvertire ma considerati i problemi legati al contact tracing, è più probabile che sia il contatto positivo a comunicarlo. A quel punto, si deve avvisare il medico di famiglia.

E’ importante scaricare l’app Immuni?
Se l’app Immuni rileva un contatto a rischio, invia una notifica a chi, nei giorni precedenti, è stato a stretto contatto con la persona positiva per più di 15 minuti. È però necessario che la persona positiva abbia l’app Immuni sullo smartphone e che scelga di segnalare la sua positività quando le viene comunicata. Nel caso di ricezione della notifica, l’app invita a seguire le indicazioni sulla quarantena.


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