Biondi immobiliare

Jacques d’Arc e Isabelle Romée diedero alla luce Giovanna nella cittadina di Domrémy in quello che allora era il ducato francese di Bar. Il padre di Joan, per integrare il reddito che guadagnava coltivando i circa 50 acri (20 ettari) di proprietà della famiglia, lavorava come funzionario fiscale, inoltre sembra che sia stato anche eletto sindaco della sua città. Il ducato di Bar era una piccola regione nella Francia orientale che mantenne la fedeltà alla corona francese nonostante fosse circondata da regioni che sostenevano i Borgognoni, alleati degli inglesi. La sua particolare posizione rendeva Domrémy difficilmente difendibile. Quando Giovanna era ancora bambina, la sua città venne attaccata e bruciata in diverse occasioni. Certamente tali eventi la segnarono profondamente e accrebbero il suo odio verso gli occupanti.

Secondo quanto testimoniò durante il processo, Giovanna stimò che il suo anno di nascita fosse il 1412. Joan (così in francese) non era istruita; per questo motivo si presume che incaricasse degli scribi di scrivere per lei le lettere e che chiedesse loro di aiutarla a firmarle.

Sempre secondo le sue affermazioni, raccolte nel processo, nel 1425, all’età di 13 anni, ebbe la visioni di tre santi – l’arcangelo Michele, Caterina e Margherita – i quali le avrebbero comunicato che il suo destino sarebbe stato di abbracciare le armi ed espellere gli inglesi dal territorio francese.  Il patriottismo di Giovanna, il coraggio e certamente un po’ di follia fecero il resto. La ragazza convinse suo zio Durand Lassois ad accompagnarla nell’adiacente città di Vaucouleurs, dove pregò Robert de Baudricourt, il comandante della guarnigione, di affidarle una scorta armata che la potesse portare alla corte reale francese a Chinon dove si era rifugiato Carlo VII, il Delfino diseredato a seguito del trattato di Troyes. Giovanna aveva intenzione di parlargli.

Queste le parole della ragazza quando si presentò al comandante:

Sono venuta qui, in una città del re, a parlare con Robert de Baudricourt, perché voglia condurmi o farmi condurre dal re. Non si preoccupi di me, o di quello che dico; tuttavia prima di metà quaresima bisogna che sia davanti al re, dovessi consumarmi le gambe fino alle ginocchia. Perché nessuno al mondo, né re, né duchi, né figlia del re di Scozia, nessuno, può riconquistare il regno di Francia; non c’è per lui soccorso se non da parte mia; anche se preferirei rimanere a filare a fianco di mia madre, povera donna, perché tutto questo non è nella mia condizione; ma bisogna che vada, che agisca così, perché il mio Signore lo vuole.“[1] Baudricourt in un primo tempo non accolse la richiesta e schernì la ragazza rimandandola a casa come una povera folle. Per nulla demoralizzata dall’insuccesso, Giovanna non desistette e si recò altre due volte presso il capitano di Vaucouleurs e questi, stregato dalla sua insistenza e dalle sue capacità di persuasione, mutò parere sul suo conto, sino a convincersi.


[1] A Vaucouleurs, interrogata da Jean de Metz su che cosa facesse lì] Fonte: https://le-citazioni.it/frasi/186943-giovanna-darco-a-vaucouleurs-interrogata-da-jean-de-metz-su-che/

I PERSONAGGI: JACQUES D’ARC

Il padre di Giovanna d’Arco si chiamava Jacques d’Arc. Era un modesto agricoltore che viveva a Domrémy, un piccolo villaggio nella regione francese della Lorena. Si dice che Jacques fosse un uomo religioso e che abbia avuto una forte influenza sulla fede cattolica di sua figlia Giovanna. Pur non avendo mai avuto incarichi politici o militari, Jacques d’Arc è considerato un personaggio importante nella sua storia personale, in quanto rappresenta l’umiltà e la semplicità della sua famiglia e della sua vita prima che Giovanna diventasse una figura storica di spicco.

APPROFONDIMENTO: ARMAGNACCHI E BORGOGNONI

Armagnacchi e Borgognoni furono due fazioni rivali della nobiltà Francese che ebbero un ruolo fondamentale nella Guerra dei cent’anni. I primi sostenevano la corona francese, i secondi quella inglese. Gli Armagnacchi, capeggiati da un ramo cadetto della famiglia reale, quella dei duchi d’Orléans, si opponevano al Trattato di Troyes e sostenevano il ripristino al trono di Francia dell’esiliato Delfino Carlo. I Borgognoni, loro avversari, presero il nome dalla famiglia dei duchi di Borgogna, ramo cadetto della dinastia dei Capetingi (erano infatti cugini dei re francesi). Questi ultimi appoggiando l’Inghilterra speravano di insediare la loro famiglia sul trono francese

Autore

Enrico Valente

Enrico Valente è nato a Torino nel 1978 dove si laurea in giurisprudenza nel 2004. Da oltre vent'anni si dedica allo studio e alla ricerca filosofica e da alcuni anni affianca la passione per la scrittura alla traduzione di saggi e romanzi. Con ”L'arte di cambiare, da bisogno a desiderio dell'altro” la sua opera di esordio, vince nel 2021 il primo premio al Concorso nazionale di filosofia ”Le figure del pensiero”, nello stesso anno riceve per la medesima opera la menzione d'onore al Premio di arti letterarie metropoli di Torino e arriva finalista al concorso di Città di Castello. Attualmente è impegnato alla preparazione di una collana intitolata ”Incontri filosofici” dedicata ai grandi protagonisti della filosofia che sta ricevendo un notevole riscontro da parte del pubblico ed è in corso di traduzione all'estero. Il suo primo numero “Il mio primo Platone” è arrivato finalista al concorso nazionale di filosofia di Certaldo (FI) 2022.

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