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In occasione del settantesimo anniversario di Hidrogest si è svolto a Sotto il Monte Giovanni XXIII il convegno “Laudato Si’ per Sorella Acqua” con gli interventi di Luciano Valle,  Mons. Enrico Dal Covolo e Enrico Letta.

Laudato si

Resistere al paradigma tecnocratico

L’enciclica Laudato si’ di papa Francesco è la più lunga della storia della Chiesa. 246 paragrafi, articolati in sei capitoli, dove la cultura ecologica è un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile nuovo di vita e una spiritualità che danno forma a una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico. Partendo da questa sostanziale citazione venerdì sera, nella sala congressi di Sotto il Monte Giovanni XXIII, si è sviluppata un’appassionata riflessione (moderatore il giornalista Xavier Jacobelli) animata da Monsignor Enrico Dal Covolo (rettore della Pontificia Università Lateranense di Roma), Enrico Letta (già Presidente del Consiglio e professore alla Sciences-Po di Parigi) e Luciano Valle (Presidente del Centro Etica Ambientale di Bergamo).

Il ricordo commosso di Mazzola

Una serata dove il ricordo della vittime dell’attentato terroristico di Nizza si sostanziava con la bandiera francese appesa alla parete centrale. Un appuntamento voluto da Hidrogest che conclude, come ha ricordato il presidente Massimo Monzani, il ricco programma di attività messe in cantiere per festeggiare il 70esimo anniversario (molti i ricordi commossi per il presidente Gian Maria Mazzola scomparso ad aprile) di una società a totale partecipazione pubblica che gestisce il servizio idrico dei comuni dell’Isola.

I valori di base della vita sociale

Vorrei porre al centro della nostra riflessione – ha esordito Dal Covolo – questo interrogativo del Papa: “Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini (e – aggiungo io – ai giovani) che stanno crescendo?E’ una domanda che non riguarda solo l’ambiente in modo isolato, ma impone di interrogarci sul senso che vogliamo dare come singoli e come famiglia umana alla nostra esistenza, e su quali valori vogliamo porre alla base della vita sociale. Le domande: “Per quale fine siamo venuti in questa vita? Per che scopo lavoriamo e lottiamo? Perché questa terra ha bisogno di noi?” non sono affatto della domande retoriche, ma – come dice il Papa –, senza dare risposte a tali domande, “non credo che le nostre preoccupazioni ecologiche possano ottenere effetti importanti”.

Verso un nuovo umanesimo

L’enciclica di papa Bergoglio – ha aggiunto Valle – è un documento per uomini di buona volontà, il punto di approdo di un dibattito sulla modernità iniziato 100 anni fa. Il papa con le sue parole ci invita ad un nuovo viaggio verso un nuovo umanesimo dove i valori si declinano con un tempo liberato donato allo stupore e all’intreccio di saperi mirato alla solidarietà verso gli altri”.

Il mondo come mistero

Per Letta i termini chiave dell’enciclica sono sette: fiducia, impegno, limite, bussola, etica, Europa e tempo. “E’ un testo letteralmente rivoluzionario – ha concluso – letto purtroppo con molta disattenzione che contiene concetti forti e profondi. Sono parole che si rivolgono al cuore dell’uomo animandolo al futuro nella consapevolezza che il mondo non è un problema bensì un mistero. Una prospettiva che ci incoraggia alla speranza e all’impegno”.  (Bruno Silini)

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