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Un luogo di devozione che compie vent’anni tenuto con cura certosina da Gianpietro Tarchini di Almè. Giorno dopo giorno, al volante della sua jeep, raggiunge quella che ormai tutti chiamano con inflessione bergamasca la Madunina del Giong. Toglie le erbacce, piante nuove essenze floreali, tiene pulito il bosco circostante e ogni tanto dà una mano di vernice al piccolo ponte di legno che oltrepassa il torrente Acquaröl. Tarchini, pensionato di 73 anni, ha creato, fedele ad un voto espresso alla madre Orsola e al papà Paolo, una cornice devozionale che ricalca nelle intenzioni il luogo delle apparizioni di Lourdes nel 1858 nei Pirenei francesi. Anche Sua Eccellenza monsignor Gaetano Bonicelli (Arcivescovo emerito di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino), in visita a Bruntino, ha celebrato alla grotta un momento di preghiera confermando la bellezza spirituale del luogo e ricordando i sacerdoti scomparsi affezionati a questo luogo: don Bernardino Vitali e don Marco Donzelli. Qui nel Giongo la Madonna non si trova mai da sola. Vuoi per le occasioni di preghiera che vengono organizzate da maggio a settembre e per le tante persone che si avvicinano sempre più numerose. Da quello che prima era soltanto un enorme sasso in pendenza Tarchini ha ricavato una grotta particolarmente suggestiva come testimoniano gli ex voto, i lumini e le immaginette lasciate ai piedi della statua di Maria dove accanto c’è anche un busto di San Giovanni XXIII, il papa bergamasco.

Anche il Parco dei Colli, negli anni scorsi, ha fatto la sua parte. Attingendo a finanziamenti regionali, davanti alla grotta, ha creato un acciottolato inserendo un muricciolo con delle panchine con una quindicina di posti a sedere. Inoltre ha permesso che un tratto di sentiero venisse reso più agevole e si sta muovendo (così si è espresso il consigliere di Valmarina, Ferdinando Stacchetti) per sistemare gli ultimi 800 metri. Al resto ci ha pensato Tarchini. Praticamente ogni anno, dal 1996, aggiunge una novità. Recentemente ha posizionato una trentina di angioletti e rifatto l’altare in pietra. Il desiderio di mamma Orsola di dedicare quell’anfratto di bosco alla Madonna oggi è un luogo frequentato, meta di tanti fedeli ed escursionisti. “Purtroppo mia mamma – racconta Tarchini con commozione – non ha mai visto compiuto questo luogo se non dal cielo. E’ morta prima che firmassi l’atto notarile con il quale acquistavo 19.000 metriquadrati di verde. All’inizio, quando maturavo l’idea della grotta, avevo pensato ad un bosco di Strozza, ma mia mamma era stata subito contraria per la mancanza di un corso d’acqua, un elemento importante nella simbologia mariana di Lourdes”. Per il futuro Tarchini sta pensando ad un percorso dove inserire tante cappellette quanti sono i misteri del rosario.

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