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Come abbiamo detto, la filosofia tomistica mette in primo piano l’esistenza (l’essere) rispetto all’essenza: “Prima di avere l’essere, l’essenza è un puro nulla”. Per questo l’essere è perfezione, e, precisamente, perfezione massima.

Tommaso ribadisce questo concetto molte volte nelle sue opere: “Fra tutte le cose l’essere è la più perfetta”, “Ciò che chiamo essere è l’attualità di tutti gli atti, e quindi la perfezione di tutte le perfezioni”, “Tra le cose, l’essere è la più perfetta, perché verso tutte sta in rapporto in atto. Niente ha infatti l’attualità se non in quanto è, perciò l’essere stesso è l’attualità di tutte le cose, anche delle stesse forme”, “L’essere è ciò che nelle cose vi è di più intimo e più profondamente radicato, poiché…l’essere è l’elemento formale rispetto a tutti i principi e componenti che si trovano in una data realtà”.

Questa concezione dell’essere rappresenta il punto di partenza della dottrina dei trascendentali. Se le categorie differenziano l’essere in diversi generi (qualità, quantità, ecc.) i trascendentali trascendono le categorie qualificando l’essere in quanto tale, quindi prima che venga differenziato in categorie. Per questo possono competere a ciascun ente. Sebbene Tommaso individui cinque trascendentali: res, unum, aliquid, verum, bonum, in realtà essi si riducono solo a tre, perché res non significa che l’essere preso assolutamente e aliquid implica l’unum. Avremo quindi soltanto unum (l’uno), verum (il vero), bonum (il bene).

  • Ogni ente è uno perché è distinto dagli altri enti ed è indiviso. Perché, come dice il filosofo stesso, “ogni realtà in tanto può dirsi realtà, ente, in quanto ha una certa unità e quindi tanto più è reale (ente) quanto più è una. Ad esempio, un mucchio di sassi può dirsi una realtà, quindi un ente, in quanto rappresenta una certa indivisione in sè (è un mucchio, i sassi son dunque riuniti) e una certa distinzione dalle altre cose che la circondano. Se in quel mucchio considerassi solo la pluralità, i tanti sassi, senza considerare la loro, sia pur labile, unione, non potrei più parlare del mucchio di sassi come di una realtà” (S. Vanni, Rovighi);
  • Ogni ente è vero perché corrisponde all’intelletto divino che lo ha progettato e creato. In quanto tale è intelliggibile e razionale, è cioè accessibile alla ragione umana (verità ontologica) ed è in grado di dare fondamento logico al pensiero (verità logica);
  • Ogni ente è buono perché corrisponde sempre ad una data precisa volontà o progetto divino. In quanto tale costituisce una perfezione accessibile e desiderabile dall’uomo: “Ogni ente in quanto ente è in atto, e in qualche modo perfetto…Ora, il perfetto ha ragione di appetibile e di bene”

Per Tommaso, la verità e la bontà di un ente sono proporzionali al grado di essere, e quindi di perfezione, che esso possiede (sino ad arrivare a Dio che è la massima espressione di verità e di bontà). Per questo, l’essere ha un indubbio primato metafisico rispetto al vero ed al bene. Ciò non toglie che il vero e il bene siano inseparabili dall’essere. Infatti, dice Tommaso, non c’è nulla nell’essere che non sia vero e buono e nulla nel vero e buono che non sia essere. Ciò che il vero e il bene hanno in più rispetto all’essere è il legame con l’intelletto (il primo) e con l’appetito (il secondo): “La convenienza, dunque, dell’essere con l’appetito è espressa dal nome bene e la convenienza dell’essere come intelletto è espressa dal nome vero

Autore

Enrico Valente

Enrico Valente è nato a Torino nel 1978 dove si laurea in giurisprudenza nel 2004. Da oltre vent'anni si dedica allo studio e alla ricerca filosofica e da alcuni anni affianca la passione per la scrittura alla traduzione di saggi e romanzi. Con ”L'arte di cambiare, da bisogno a desiderio dell'altro” la sua opera di esordio, vince nel 2021 il primo premio al Concorso nazionale di filosofia ”Le figure del pensiero”, nello stesso anno riceve per la medesima opera la menzione d'onore al Premio di arti letterarie metropoli di Torino e arriva finalista al concorso di Città di Castello. Attualmente è impegnato alla preparazione di una collana intitolata ”Incontri filosofici” dedicata ai grandi protagonisti della filosofia che sta ricevendo un notevole riscontro da parte del pubblico ed è in corso di traduzione all'estero. Il suo primo numero “Il mio primo Platone” è arrivato finalista al concorso nazionale di filosofia di Certaldo (FI) 2022.

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