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L’ottuplice sentiero corrisponde all’ultima delle quattro nobili verità che indica il cammino verso il raggiungimento della liberazione (nirvana) dal ciclo di morte e rinascita (samsara***). Esso comprende otto elementi interdipendenti e interrelati

Pensiero Giusto
Comprendere la realtà dell’esistenza, la natura dell’impermanenza e dell’insoddisfazione che pervade l’esistenza.

L’insegnamento del pensiero giusto di Buddha è basato sulla consapevolezza e sull’eliminazione del dolore e della sofferenza nella vita. Buddha ha insegnato che la sofferenza non è causata dalle circostanze esterne, ma dalle nostre reazioni ad esse. Il pensiero giusto è caratterizzato da una comprensione corretta della realtà, della causa della sofferenza e del modo per evitarla.

È necessario lasciare andare l’attaccamento e il desiderio, poiché sono fonti di sofferenza. Buddha ha insegnato che l’ignoranza è la radice della sofferenza e che la consapevolezza è il mezzo per raggiungere l’illuminazione. Con il pensiero giusto, si impara a osservare i propri pensieri, a considerare l’impatto che hanno sul nostro benessere mentale, e a controllarli. Si cerca di praticare la gentilezza, la compassione e la saggezza in ogni momento.

In sintesi, l’insegnamento del pensiero giusto di Buddha consiste nell’adottare pensieri che portino alla pace interiore, alla comprensione della realtà e alla sconfitta della sofferenza.

Intenzione Giusta
Sviluppare il desiderio di liberarsi dalla sofferenza e aiutare gli altri a fare lo stesso.

L’insegnamento dell’intenzione giusta, di Buddha, si riferisce alla pratica di coltivare intenzioni che portano a d aiutare noi stessi e gli altri, anziché a nuocere. L’intenzione giusta è uno dei fattori del Nobile pensiero. Secondo Buddha, ogni azione umana ha una causa profonda, che risiede nella mente e nelle intenzioni che la guidano. Pertanto, per raggiungere la felicità e la pace interiore, è necessario lavorare sulla propria mente e coltivare intenzioni positive e attive.

Sostanzialmente, l’intenzione giusta consiste nel desiderare e volere il bene per sé e per gli altri, evitando di agire per motivazioni egoistiche o dannose. È un insegnamento che viene appreso attraverso la meditazione e la consapevolezza, ovvero la capacità di osservare le proprie intenzioni e di scegliere quelle che portano a vantaggio per sé e per gli altri. L’obiettivo finale è quello di sviluppare una mente compassionevole e virtuosa, in grado di agire in ogni circostanza con amorevole gentilezza e saggezza.

In sintesi, l’insegnamento dell’intenzione giusta di Buddha ci insegna ad agire con saggezza e amore verso noi stessi e gli altri, scegliendo intenzioni che portano benefici e evitando quelle che causano danno. Questa pratica ci conduce alla felicità e alla pace interiore, oltre a promuovere l’armonia e il benessere collettivo.

Parola Giusta
Usare la parola in modo veritiero, compassionevole e non offensivo.

L’insegnamento della parola giusta dei Buddha si riferisce all’importanza di comunicare in modo chiaro, sincero e compassionevole. È un concetto che implica parlare con sincerità, evitare la calunnia, la maldicenza e le parole crude e offensive. Significa anche evitare il discorso inutile o frivolo e parlare solo quando necessario e con attenzione alle conseguenze delle nostre parole. La parola giusta può anche includere l’uso delle parole per ispirare gli altri, come nella recitazione del Dharma. Tutto ciò al fine di sviluppare la comunicazione consapevole e compassione nei rapporti interpersonali e a contribuire al benessere dei singoli individui e della società nel suo complesso.

Azione Giusta
Condurre una vita virtuosa e non dannosa, agendo in modo altruista e non violento.

L’azione giusta si riferisce a fare ciò che è moralmente corretto e vantaggioso per noi stessi e per gli altri, evitando invece ciò che è immorale o dannoso. Essa si basa sui Cinque Precetti, che sono la base morale del buddismo: non uccidere, non rubare, non mentire, non avere comportamenti sessuali impropri e non assumere droghe o alcolici che causino confusione mentale. Inoltre, l’azione giusta include anche l’importanza di praticare la gentilezza, la compassione, la generosità e la gratitudine nei confronti degli altri, aiutandoli a risolvere i loro problemi e mantenere un sentimento di rispetto reciproco. Il fine è di sviluppare una mente tranquilla e una vita pacifica, riducendo la sofferenza e aumentando la felicità. L’azione giusta diviene così una delle modalità principali di miglioramento del proprio stato spirituale, attraverso il quale la saggezza del Dharma si fa strada sempre più nella nostra vita quotidiana.

Mezzo di Sussistenza Giusto
Guadagnarsi da vivere in modo onesto e dignitoso, senza sfruttare gli altri o danneggiare l’ambiente.

Nel Buddhismo, il mezzo di sussistenza giusto è uno degli aspetti dell’etica e della pratica spirituale. Esso si riferisce alla scelta di un lavoro o di una professione che sia onesta, dignitosa e rispettosa verso gli altri esseri viventi. Secondo il Buddha, il lavoro dovrebbe essere scelto in modo da non causare danni o sofferenze a nessun essere vivente, in modo da non essere sfruttatore o approfittatore degli altri. Inoltre, il lavoro dovrebbe essere svolto con impegno, dedizione e consapevolezza, in modo da favorire il benessere individuale e collettivo. Il mezzo di sussistenza giusto, dunque, non implica solo la scelta di un lavoro legittimo ed etico, ma anche la capacità di lavorare in modo equilibrato e responsabile. Ciò richiede la capacità di mantenere l’equilibrio tra il lavoro e la vita privata, di evitare lo stress e di dedicarsi ai momenti di meditazione e riflessione. Inoltre, il lavoro non deve diventare un’ossessione o un’identità, ma piuttosto una via per raggiungere il benessere spirituale e la consapevolezza.

In breve, il mezzo di sussistenza giusto è cruciale nella pratica spirituale buddhista perché è il modo in cui ci guadagniamo la nostra vita e influisce direttamente sulla nostra felicità e sulla felicità degli altri.

Sforzo Giusto
Coltivare la forza interiore per superare i difetti mentali e le tentazioni negative, e sviluppare la saggezza.

Lo sforzo giusto nel Buddismo si riferisce alla pratica di dover dedicare uno sforzo costante a coltivare e mantenere la mente e il corpo sani. Uno degli insegnamenti del Buddha è che la sofferenza umana è causata da fattori come la sete o la brama, l’odio e l’ignoranza. La pratica dello sforzo giusto è uno degli strumenti principali utilizzati per superare questi problemi. Secondo il Buddha, tale concetto si compone di quattro componenti principali. Il punto di partenza è il riconoscimento del problema, ovvero la consapevolezza che la nostra brama, odio o ignoranza ci causano sofferenza. Il passo successivo, è quello di cercare di porre rimedio al problema, ovvero sviluppare una strategia per superare questi comportamenti nocivi. La terza fase consiste nel perseverare nella pratica, nonostante le difficoltà. Infine, il punto di arrivo consiste nell’essere consapevoli del proprio progresso. La pratica dello sforzo giusto richiede una cura attenta e costante, perché ci saranno momenti in cui la brama o l’odio sembrano troppo forti per essere sopraffatti. Tuttavia, gli insegnamenti del Buddha ci ricordano che la pratica costante e decisa dell’autocontrollo e del discernimento ci porterà verso la pace mentale e la liberazione dalla sofferenza.

In definitiva, lo sforzo giusto nel Buddismo non riguarda solo la pratica meditativa o la disciplina mentale, ma piuttosto rappresenta un approccio globale alla vita, che richiede un impegno costante per coltivare qualità come la pazienza, la saggezza e la compassione.

Consapevolezza Giusta
sviluppare la consapevolezza del proprio corpo, della propria mente e delle proprie azioni, in modo da evitare di cadere in abitudini negative e dannose.

Con tale concetto non si intende semplicemente la consapevolezza di ciò che accade nel momento presente, ma richiede anche l’osservazione senza giudizio di tali esperienze e l’accettazione di esse senza reagire in modo impulsivo o automatico. La consapevolezza giusta può essere sviluppata attraverso la meditazione e la pratica dell’attenzione consapevole. Ciò significa che dobbiamo essere presenti in modo attivo e consapevole nel nostro momento presente, osservando i nostri pensieri, emozioni e azioni senza identificarci con essi. In questo modo, possiamo sviluppare la capacità di rispondere in modo più saggio e compassionevole alle situazioni piuttosto che reagire in modo impulsivo o condizionato dal passato.

In sintesi, la consapevolezza giusta nel buddismo implica l’osservazione attiva, senza giudizio e l’accettazione di ciò che accade nel momento presente, portando alla capacità di rispondere in modo più saggio e compassionevole alla vita quotidiana.

Concentrazione Giusta
Sviluppare la capacità di concentrarsi e di meditare, per acquisire la saggezza e la visione profonda della realtà.

La concentrazione nel Buddhismo si riferisce alla capacità di focalizzare la mente su un oggetto specifico, solitamente la respirazione o un mantra, con l’obiettivo di liberarsi dalle distrazioni quotidiane e di raggiungere uno stato di calma e chiarezza mentale. La concentrazione giusta è importante perché abilita la mente a sviluppare la saggezza e la comprensione dei principi fondamentali del Buddhismo, come la natura impermanente e insoddisfacente delle cose. Per ottenere una concentrazione soddisfacente, il Buddhismo suggerisce di praticare la meditazione quotidiana e di sviluppare la capacità di continuare a concentrarsi sulla respirazione o su altri oggetti, indipendentemente dalle distrazioni esterne o interne. La concentrazione corretta non è solo una pratica spirituale, ma può anche essere un modo efficace di affrontare lo stress e l’ansia nella vita quotidiana. Quando la mente è calma e concentrata, ci si sente più presenti, tranquilli e capaci di prendere decisioni più sagge e consapevoli.

*** Il samsara è un concetto fondamentale del buddismo e si riferisce al ciclo infinito di nascita, morte e rinascita che tutti gli esseri viventi attraversano. Secondo la dottrina del samsara, e ci torneremo, ogni essere è soggetto al karma, ovvero alle conseguenze delle proprie azioni, e questo determina la sua futura esistenza. Il buddismo insegna che la via per uscire dal samsara è il raggiungimento dell'illuminazione, ovvero la comprensione della verità ultima dell'universo e la cessazione del desiderio e dell'attaccamento alle cose della vita. Il Nirvana, la liberazione finale dall'esistenza ciclica, è raggiunto quando l'individuo raggiunge l'illuminazione.

Lezione 1: Un corso di filosofia orientale proposto da socialbg
Lezione 2: Siddharta Gautama fugge da casa per la ricerca della verita
Lezione 3: Illuminazione del Buddha e le quattro nobili verità

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Autore

Enrico Valente

Enrico Valente è nato a Torino nel 1978 dove si laurea in giurisprudenza nel 2004. Da oltre vent'anni si dedica allo studio e alla ricerca filosofica e da alcuni anni affianca la passione per la scrittura alla traduzione di saggi e romanzi. Con ”L'arte di cambiare, da bisogno a desiderio dell'altro” la sua opera di esordio, vince nel 2021 il primo premio al Concorso nazionale di filosofia ”Le figure del pensiero”, nello stesso anno riceve per la medesima opera la menzione d'onore al Premio di arti letterarie metropoli di Torino e arriva finalista al concorso di Città di Castello. Attualmente è impegnato alla preparazione di una collana intitolata ”Incontri filosofici” dedicata ai grandi protagonisti della filosofia che sta ricevendo un notevole riscontro da parte del pubblico ed è in corso di traduzione all'estero. Il suo primo numero “Il mio primo Platone” è arrivato finalista al concorso nazionale di filosofia di Certaldo (FI) 2022.

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