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Il mese di maggio è il periodo dell’anno nel quale la primavera giunge alla sua piena maturità e, probabilmente, non è un caso se, proprio in questi 31 giorni, si concentrano tantissimi matrimoni! Infatti, se ci pensiamo bene, che cos’è la celebrazione nuziale se non l’espressione più alta e più consapevole del desiderio amoroso di una coppia?

L’origine stessa del nome di questo mese potrebbe avvalorare questa tesi visto che, secondo la tradizione, tutto sarebbe riconducibile all’antica dea romana Maia, la quale aveva, nei suoi tratti distintivi, proprio quelle caratteristiche tipiche dell’amore sponsale quali la fecondità, il calore, la passione e il risveglio naturale dei sensi.

Ecco, quindi, che proprio durante queste mese possiamo scorgere, guardando le nostre strade, bellissimi e coloratissimi inviti a prendere parte a questi momenti di festa grazie a decorazioni e/o “cartellonistiche artigianali” che altro non sono se non la semplice ma sentita manifestazione di quell’entusiasmo di chi, essendo a conoscenza di questa notizia, decide di annunciarla a tutti!

Viva gli sposi!”, “Corri all’Altare” oppure “Saluta la mamma” …sono alcune delle espressioni che caratterizzano questi annunci che, nella loro estrema sinteticità, testimoniano qualcosa di realmente commovente: augurare la felicità agli innamorati. Chi si sposa afferma, con questa scelta, di credere nella possibilità che l’amore sia per sempre ma cosa può aiutare, poi, in questo cammino?

Insieme con mia moglie Fiorella abbiamo recentemente condiviso la nostra esperienza di vita matrimoniale (il 31 maggio festeggeremo i nostri primi 15 anni) in occasione dell’evento “L’Eucarestia edifica la città” nella quale abbiamo provato a raccontare come, proprio questo sacramento, sia la sorgente della nostra vita di coppia. Tutto facile? Assolutamente no! Ma, in fondo, anche quando si vuole raggiungere una vetta sfidante la fatica va messa in conto insieme, ovviamente, al cibo per nutrirsi e ritemprarsi.

Infine, anche la struttura “fisicamente fragile” di questo Sacramento (una particola che si spezza e si scioglie facilmente in bocca) contiene un altro grande insegnamento utile per il possibile “successo” di una vita matrimoniale e che consiste, in sintesi, nell’imparare ad accogliere le reciproche fragilità. Così come tocchiamo delicatamente la Santa Particola, analogamente, possiamo fare con le debolezze e le fragilità della persona amata: toccarle e accoglierle con tenerezza.

E così anche il dirsi la verità, nei momenti di fatica che sicuramente ci saranno, non diventerà mai un momento di condanna (il famoso puntare il dito sulle presunte mancanze dell’altro o altra) ma un momento di accoglienza e ripartenza perché, come ci testimonia la vita di Gesù, la Verità Divina ci abbraccia, ci sostiene e ci perdona. Nel farlo avremo al nostro fianco, oltre alle persone che ci amano, anche una Mamma Celeste, la quale è diventata, non a caso, la vera protagonista femminile di questo mese alla quale generazioni di sposi si rivolgono con fiducia.

I tempi di Maia sono superati ma l’idea che l’amore abbia un fondamento divino si è rivelata essere un’intuizione corretta e, in Gesù, si è scoperto un dinamismo in più: Dio stesso, il giorno del matrimonio, sussulta di gioia e, proprio come un Padre Buono, dice il suo “Viva gli sposi!”. Un sincero augurio agli sposi Rossella e Matteo (le foto fanno riferimento alle loro decorazioni) e un ringraziamento al sig. Renato Tombini per le riprese effettuate della testimonianza in occasione dell’evento del 22 aprile.

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Autore

Alessandro Grazioli

Marito e papà di 4 bambini, laureato in Giurisprudenza presso l’Università Statale di Milano, Business Unit Eticapro, Consigliere Comunale, scrittore di libri per l'infanzia, divulgatore e influencer sociale su Socialbg

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