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Scoperta in Ungheria la tomba e l’intero equipaggiamento di un medico romano che operava nel I secolo d.C. nella regione di Jászság, vicino a Jászberény, nell’Ungheria centrale. Si tratta di una scoperta importantissima a livello europeo condotta dagli archeologi dell’Università Eötvös Loránd (ELTE), del Museo Jász e della Rete di Ricerca Eötvös Loránd.

Un’indagine magnetometrica ha identificato un cimitero di epoca avara (VI-IX secolo d.C.) con diverse file di tombe. All’interno di una tomba, relativamente poco profonda, c’erano, appunto, i resti di un uomo di età compresa tra i 50 e i 60 anni al momento della morte. Gli strumenti di metallo trovati nella tomba sono stati riconosciuti come strumenti chirurgici romani.

Gli attrezzi erano stati riposti in due casse di legno e seppelliti ai suoi piedi. Le casse contenevano pinze, aghi, pinzette e bisturi in lega di rame decorati con intarsi in argento, con lame in acciaio rimovibili e sostituibili. Un sasso per strofinare era stato posizionato vicino al ginocchio del defunto, che, sulla base delle tracce di usura, poteva essere stato utilizzato per lavorare insieme erbe medicinali e altri farmaci. Questi strumenti rappresentavano la massima qualità dell’epoca per interventi medici particolarmente complessi. Un kit medico completo di origine romana è una scoperta rara, rarissima se localizzata nei confini esterni dell’impero.

Quando questo kit fu sepolto nel I secolo il bacino pannonico era ancora un’area attivamente contesa. In effetti, alcuni studiosi ritengono che il popolo Sarmatico dei Lazigi, che migrò verso ovest nell’area nella prima metà del I secolo, lo fece con il sostegno romano per fungere da cuscinetto contro i Daci.

Sulle ossa non è stata trovata alcuna prova immediatamente visibile di trauma o malattia. Inoltre, non ci sono prove che il chirurgo fosse un uomo del posto con la ricchezza e le possibilità per dotarsi di una cassetta di attrezzi chirurgici così raffinata, oppure un medico giunto nella zona con le Legioni Romane. Per questo i campioni dello scheletro saranno sottoposti ad analisi degli isotopi stabili e analisi del DNA al fine di indagare su eventuali condizioni di salute che potrebbe aver avuto e determinare se il medico fosse di origine locale.

Benedek Varga, direttore del Museo di Storia della Medicina Semmelweis, ha definito “una “sensazionale” il ritrovamento di un insieme di reperti simili provenienti dal I secolo d.C. nell’allora Barbaricum. Infatti, finora è stato scoperto solo un altro set medico simile, proveniente da Pompei, una delle città più ricche dell’Impero.


(traduzione dall’ungherese all’italiano dal sito https://magyarmuzeumok.hu, tramite il supporto di chatgpt)

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