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Roby Facchinetti ha spezzato il silenzio in cui si era calato dopo la notizia della morte dell’amico fraterno Stefano d’Orazio: e lo ha fatto con un lungo messaggio pubblicato sulla sua pagina Facebook, nella giornata di ieri, martedì 10 novembre.

Non aveva voluto parlare, perché come ha più volte ripetuto era “il momento del silenzio e del dolore”, ma nel giorno successivo ai funerali, celebrati lunedì 9 novembre a Roma nella Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo, si è consegnato a cuore aperto ai propri fan e ai tanti che hanno amato (e pianto in questi giorni) il collega ma soprattutto amico Stefano.

Un lungo post in cui Facchinetti ha ripercorso il dolore degli ultimi giorni, l’affetto donato da Roma e dai tanti fan e amici che si sono fatti sentire vicini in questo tragico momento a Stefano e alla storia dei Pooh. Un lungo post dove raccontare Stefano e la sua ironia, dove ritrarlo come “Una persona magnifica, forse la migliore che abbia conosciuto”. Ma anche un messaggio dove esprimere la rabbia per una fine terribile, quasi uno scherzo della sorte, toccata proprio a Stefano che per Bergamo aveva scritto quelle frasi di speranza e di rinascita contenute nel brano Rinascerò Rinascerai.

Un lungo post che Roby Facchinetti ha voluto termina con una lettera piena d’affetto all’amico per sempre, con la promessa di portare a termine anche in suo nome, quel lavoro cominciato insieme e interrotto anch’esso dalla pandemia.

Caro Stefano… Quante frasi delle canzoni che hai scritto mi tornano in mente in queste ore difficili, amico mio… Soprattutto mi rimbomba nella memoria quel “Siamo nati per combattere la sorte / ma ogni volta abbiamo sempre vinto noi”. E mi incazzo, sai?, per lo scherzo crudele di questa sorte. Tu che amavi la vita, tu che le hai dedicato un inno, e la vita che ti ha portato via.
Però appunto sono momenti, questi, inevitabili momenti di smarrimento. Tu, Stefano, rimani e rimarrai.
Ed io da domani ti prometto che lavorerò perché il nostro “Parsifal”, anch’esso rinviato dalla pandemia, possa andare in scena e andarci come tu lo volevi. Mi assumo la responsabilità di questo, vivrò artisticamente anche e soprattutto per questo, d’ora in poi.
Ma ora le parole finiscono… E che rabbia anche a pensare che tu non ci hai neanche potuto lasciare l’ultima tua parola, Stefano, come avevi scritto nel nostro nuovo brano pensando a Valerio. E questa impossibilità di salutarti, starti accanto, sentire la tua ultima parola sconvolge tantissimo, credimi.
Però vale sempre quanto aveva scritto il nostro Poeta, sai? E senz’altro l’avrà ribadito anche a te, accogliendoti in un abbraccio là dove ora siete insieme, che alla fine quello che resta, quello che conta, specie in una vita come la tua, specie di una persona come te, è amore.
Amore, amore, amore, solamente amore.
Per ora dunque ciao, Stefano. Anzi… Solo una cosa, ancora. Grazie d’aver scritto per noi anche quei versi magnifici, nei quali ho la certezza che hai anticipato il senso forte di questo periodo tremendo, che recitano “Quando tutto sarà finito / torneremo a riveder le stelle”. Perché sai, pensandoci su, trovo bellissimo pensare che adesso che per te tutto è finito, per quanto ciò ci addolori, le stelle tu le starai facendo ridere: rendendole ancor più luminose. Perché adesso la tua casa è proprio lassù fra le stelle. Quelle stelle per cui pure tu hai dovuto timbrare il passaporto.
Roby

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