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Divertimento in Caissa n. 20

C’è una posizione di pezzi sulla scacchiera a partire dalla quale si può dare scacco matto forzato in 584 mosse. Tutte forzate, nel senso che non sono fatte a caso bensì compongono una manovra coordinata in cui il miglior attacco possibile incontra la miglior difesa possibile… se il difensore sbaglia qualcosa, perde in un numero inferiore di mosse.

A scoprire questo gioiello scacchistico è stato Marc Bourzutschky, un appassionato che da almeno un paio di decenni lavora sulle TB, ovvero le tablebase il cui scopo consiste nel «risolvere» il gioco degli scacchi, ovvero calcolare la giusta manovra (di vittoria o di patta) a partire da ogni disposizione di pezzi – qualche informazione la si può trovare sulla Wikipedia online al link: https://it.wikipedia.org/wiki/Tablebase.

Bourzutschky sta attualmente lavorando alle TB a 8 pezzi (lo ha spiegato ad Albert Silver per il sito web ChessBase, al link: https://en.chessbase.com/post/8-piece-endgame-tablebases-first-findings-and-interview) e i suoi risultati sono ancora allo stato preliminare.

Le TB hanno infatti la tendenza a richiedere ai computer che le elaborano quantitativi di memoria giganteschi. Il primo risultato di una certa consistenza lo ottenne Eugene Nalimov, nel 2006, quando pubblicò quasi tutte le TB a 6 pezzi su un supporto digitalizzato di oltre 1˙000 GB (Giga Byte, miliardi di Byte di memoria). Nalimov in effetti andò un po’ al risparmio: ignorò le posizioni di 5 pezzi contro 1 Re solo perché considerava il risultato alla portata anche dei giocatori più scarsi.

Nella sua valutazione le TB a 7 pezzi avrebbero avuto bisogno di almeno 100˙000 GB di memoria. Nel 2012 alcuni ricercatori dell’università di Mosca usarono il supercomputer Lomonosov e verificarono che, in effetti, di GB ne servivano 140˙000.

L’anno dopo, nel 2013, Ronald De Man trovò un modo per comprimere i dati e pubblicò le TB Syzygy a 7 pezzi su un supporto di memoria di 18˙000 GB. Ma disse che, anche così compresse le TB a 8 pezzi avrebbero avuto bisogno di una memoria almeno 100 volte più grande: 180˙000 GB.

Questo è ciò su cui sta lavorando oggi Bourzutschky.

Probabilmente, però, manovre così lunghe non si vedranno mai in partite reali tra umani. Esiste infatti la regola delle «50 mosse», secondo la quale se non si muovono pedoni né si catturano pezzi per, appunto, 50 mosse consecutive la partita è aggiudicata patta, cioè pari.

A quei livelli i giocatori scarsi sono incapaci di calcolare, ma anche i grandi maestri sono in difficoltà. I software scacchistici, invece, possono tranquillamente andare avanti a calcolare.

La stessa posizione del record, quella trovata da Bourzutschky e che porterà al matto in 584, ha una caratteristica: prevede 2 Alfieri dello stesso giocatore posizionati su case dello stesso colore. Significa che è scaturita da una partita giocata secondo le regole ma in cui uno dei giocatori ha promosso 1 pedone ad Alfiere. La maggior parte degli esseri umani, di solito, promuove a Donna, il pezzo dalla forza più bruta, avendo la prospettiva di vincere rapidamente.

Poi ci sono alcuni giocatori, di carbonio e molti di quelli di silicio, che si divertono a cercare più in profondità.

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Autore

Guido Tedoldi

Nato nel 1965 nel milieu operaio della bassa Bergamasca. Ci sono stato fino ai 30 anni d’età, poi ho scelto di scrivere. Nel 2002 sono diventato giornalista iscritto all’Albo dei professionisti. Nel 2006 ho cominciato con i blog, che erano tra gli avamposti del futuro. Ci sono ancora. Venite.

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