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La testimonianza di Efrem Serturini, cuoco e piazzaiolo di Premolo, che a Nizza lavora da un paio di mesi al ristorante “Sentimi” in piazza Garibaldi.

strage Nizza

Promenade des Anglais svuotata di turisti

L’80% dei turisti se n’è andato da Nizza dopo l’attentato del 14 luglio. La stragrande maggioranza di chi era in vacanza qui ha preferito fare le valigie e lasciare in fretta la città anche se la permanenza, prima della strage, era stata programmata per qualche giorno ancora”.  “Il mio capo, parlando con i colleghi e gli albergatori, mi ha raccontato che gli stranieri sono in fuga. Appena ne hanno avuto la possibilità se ne sono ritornati a casa. Diverso, invece, l’atteggiamento dei nizzardi i quali, con grande dignità, hanno ripreso la vita di tutti i giorni. Qui al ristorante i coperti non hanno subito drastiche diminuzioni. Gli abitanti del posto hanno continuato a frequentarlo confermando la media dei 200 clienti usuali per serata. Anche gli altri ristoranti erano tutti aperti già dal giorno dopo tranne quelli che hanno subito danni dal folle passaggio del camion”.

I nizzardi contro la paura del terrore

Una testimonianza che rivela come i cittadini di Nizza hanno affrontato il tragico evento continuando la vita normale di tutti i giorni, cercando la forza interiore per non lasciarsi sopraffare dalla paura del terrore. “Parlando con loro – continua il cuoco – le frasi che ho sentito più spesso manifestavano la volontà di andare avanti senza barriccarsi in casa riducendo al minimo indispensabile le opportunità di vita sociale”. La sera dedicata alla celebrazione della presa della Bastiglia Efrem Serturini stava lavorando.Noi siamo a 10 minuti a piedi da piazza Massena e dalla Promenade des Anglais. Non ho visto direttamente il un camion frigorifero di 25 tonnellate trasformato in un micidiale strumento di morte. Ma l’onda di panico ha raggiunto anche noi circa trenta minuti dopo il zigzagare folle del tunisino tra i passanti. Chi era nei pressi del ristorante s’è precipitato dentro non abbandonando il posto finché le forze dell’ordine hanno scortato tutti a casa dopo le tre di notte”.

Il rebus della sicurezza

Da quello che ho capito – prosegue – leggendo i giornali del posto l’attentatore non era un tipo che seguiva i rigidi precetti della religione islamica. Anche i colleghi musulmani che conoscono il giro mi raccontavano che l’uomo della strage non osservava il ramadan. Stava, però, vivendo una fase di separazione con la moglie francese con la quale aveva avuto tre figli e l’ipotesi è di qualcuno che abbia approfittanto della crisi personale per indurlo (in cambio di 85.000 spediti al fratello in Tunisia) ad un gesto folle”. Circola anche la polemica sulle scarse misure di sicurezza adottate il giorno della festa nazionale francese.Un dato su tutti: – conclude il cuoco – il pomeriggio di giovedì all’ingresso della Promenade – lo so perche vado a correre – c’erano solo sei vigili urbani. Una situazione che sta alimentando scenari incredibili come se si fosse abbassata deliberatamente la guardia per far accadere qualcosa”. (Bruno Silini)

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