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Ero stato a Verbania seguendo i racconti di Piero Chiara. Storie condotte con occhio finissimo, esilaranti e umane, che mi conducevano da Luino, suo paese d’origine, a Cannero, da Laveno a Intra, da Stresa ad Angera, da Lugano fino ad Arona e più giù dove rinasce il Ticino. Verbania è un aggregato di borghi e centri, creato in regime fascista.

Sono stato al porto di Pallanza, davanti al Municipio dove hanno posto un’istallazione sull’acqua, lo skyline della città. Si fa la fila per le caldarroste sotto il gazebo, dallo striscione con la dicitura “per il ricupero delle buone tradizioni”. C’erano, ad esempio, tradizioni per i fiori, simbolo di bellezza e di benessere. Un’occasione stare insieme con le castagne e un bicchiere di vin brulé che mette allegria.

Poco distante è il monumento a Luigi Cadorna, Capo di Stato Maggiore nella Prima Guerra Mondiale. Il mausoleo è una torre a base quadrata opera dell’architetto di regime Marcello Piacentini, inaugurato nel 1932. Attorno sono scolpiti i militi delle varie armi. Cadorna pagò la disfatta di Caporetto. Generale all’antica, aveva una visione feudale dell’esercito, lui al vertice. Concepiva la guerra come scontro frontale, fatta di assalti alla baionetta. Le parole d’ordine erano “guai indietreggiare” “salvare l’onore”, i soldati considerati carne da cannone e i vuoti che si rimpiazzavano sempre.

Dal possente campanile rintoccano le campane. La Chiesa di San Leonardo ha una scalinata in ciottolato, ampia quanto la facciata, a gradini bassi, agevoli per gli anziani che un tempo si recavano in chiesa fino all’ultimo, e non avevano la carrozzella. Solo avvicinandosi ci si accorge dal suono dell’organo che è in atto la funzione, per la messa d’Ognissanti. Giusto un’occhiata perché sta per iniziare la messa e i celebranti si sono disposti sull’altare illuminato dove convergono i colonnati dagli archi rosacei.

Il Museo del Paesaggio è a Palazzo Viani, un edificio del Seicento. Sono raccolti nella prima sala i gessi, le statue, i bassorilievi di Paolo Troubetzkoy che ad Intra era nato. Danno l’idea di Verbania a fine Ottocento, che era un’attrazione internazionale. Si ritrovavano in questo palcoscenico principi e nobili, banchieri e politici, amanti e attrici. Toscanini incontrava l’amico e compositore Umberto Giordano, D’Annunzio si dava l’appuntamento con Eleonora Duse, Boldrini trovava le belle donne da ritrarre. Venivano i principi Romanov, i Rothschild, i baroni e i conti, il pittore Segantini e il commediografo Bernard Shaw. Lo scultore Troubetzkoy li riprende nel suo laboratorio o all’aria aperta, li studia e li rimette in posa come si vede in un video proiettato, con lo scrittore inglese che si distrae all’arrivo di un amico. Se i personaggi celebri non arrivavano a Verbania, Troubetzkoy li inseguiva per il mondo, in Russia sua terra di origine per ritrarre Tolstoj.

Si va a Ghiffa per pranzo, una buona occasione per visitare il Santuario della Trinità. La chiesa con una veduta panoramica del lago ha un’inusuale rappresentazione del mistero cristiano: le tre persone divine raffigurate con la stessa faccia, commensali della Cena sacra. Fu una rappresentazione usata prima del Concilio di Trento, dopo si cominciò a rappresentare la Trinità con l’immagine del Padre barbuto, il Figlio nell’età di uomo maturo, lo Spirito come colomba. Tra i platani del sagrato un bambino gioca rotolandosi tra le foglie con il cagnolino che saltella intorno abbaiando. Lo scricchiolio delle foglie secche li eccita. La mamma lo richiama, timorosa di occhi indiscreti che giudicano senza sapere.

A Suna per una passeggiata sul lungolago quando torna il sole e la luna, in fase crescente, è già pronta a rischiarare la notte. Il marciapiede è animato. “Verbania, cosa significa?” “Forse richiama il fiore della colorata verbena, che cresce un po’ dovunque su queste sponde”. Il Lago Maggiore era detto Verbanus dai Latini che ne conoscevano le meraviglie. Mia moglie di rimando recita la poesia di Sully Prudhomme: il vaso dove è cresciuta la verbena si è incrinato, appena sfiorato da un colpo di ventaglio. Incredibile si direbbe e perciò, conclude, “non lo toccate!

Link utili:
Comune di Verbania
Mangiare a Verbania


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Fonte immagine di copertina: Depositphotos

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