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Ha qualcosa del paese e della periferia, con Milano a 10 chilometri. Melegnano che era sulla romana via Emilia è attraversata dal Lambro, oggi languido, come per invocare le piogge primaverili a patto che non tradiscano.

Si vedono dal ponte le paratie che furono abbassate qualche anno fa per rallentare il petrolio, fuoruscito a monte da una cisterna.

Una volta attraversato si giunge nel centro storico, la Basilica da una parte e il Palazzo Comunale, l’antico Arengario, dall’altra. La chiesa, dedicata a San Giovanni Battista, dalla facciata di mattoni rossi, richiama al romanico nella forma, tutt’altro l’interno per i vari rimaneggiamenti. Qualche fedele entra o esce. Dalla sacrestia che ha la porta aperta vengono voci e rumori. Chiedo qualche delucidazione. Un tondo esposto sull’altare maggiore raffigura un’Annunciazione ed è attribuito ad uno dei Fiammenghini, i fratelli nativi di Milano e operanti in molte chiese lombarde, in Valcamonica e oltreconfine. C’è un dipinto del Cerano, pittore della Controriforma, San Carlo in orazione, e nella cappella battesimale il Battesimo di Cristo di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone, opera realizzata nel 1506.

“A cosa si riferisce il quadro con il Papa attorniato dai cardinali?”. Pio IV concesse nel 1563 una straordinaria indulgenza per i fedeli che visitavano questa chiesa il giorno della Nascita del Battista, il 24 marzo allora primo giorno dell’anno. Era un favore che il Papa aveva concesso al fratello, il Marchese di Melegnano, dello stesso casato Medici.  Le indulgenze che Lutero esecrava come mercimonio del diavolo erano confermate e rilanciate dalla Controriforma. La preziosa “bolla” è gelosamente custodita in sacrestia ed ogni anno viene esposta con solennità prima di Pasqua.

Candele e lumini sono sparse per la chiesa. “Un lavoro anche quello di accenderli o spegnerli. E poi la pulizia!” prospetto io che chierichetto venivo mandato dal sacrista all’altare con bastone e stoppino. “Per niente, le candele non hanno più cera, vanno a benzina. Non sporcano più le preziose vesti del celebrante.” E mostrandomi una bottiglietta, “si fa tutto con questa, dove manca si carica”. Sparita così il meraviglioso lavoro delle api che nel Medioevo era una moneta di scambio e si distinguevano funerali e cortei con il numero di ceri.

Poco avanti la Chiesa di San Pietro, che dentro ha bisogno di restauro. Era della congregazione dei Disciplini che gestiva l’Ospedale. La sofferenza e il compianto sono rimasti nelle raffigurazioni e nell’eccellente gruppo statuario detto popolarmente I Caragnon de San Peder.

A Melegnano si svolse la celebre battaglia tra i Francesi di Francesco I e la Lega Santa del Papa con gli Svizzeri in prima fila. L’oggetto del contendere era il Ducato di Milano. Il tempo dei Visconti e degli Sforza era tramontato. La vittoria fu celebrata con una canzone del compositore Clément Jannequin, una polifonia che imita le fasi dello scontro, con le emozioni, l’ardimento e la gioia della vittoria.

Il Castello Mediceo è come quadrilatero, con il fossato e l’accesso sul ponte levatoio e due torrioni rimasti. Davanti si trova la piazza con le panchine dove gli anziani si sono raccolti a scambiarsi novità in attesa di mezzogiorno. Hanno anche voglia di dar soddisfazione al curioso di turno. Spiegano dell’utilizzo odierno, gli spazi riservati alle associazioni, le iniziative per gli anziani. “Una volta c’erano gli uffici comunali. Quando è nato mio figlio sono salito per registrarlo all’anagrafe. Io allegro, l’impiegato frettoloso ed il risultato è stato uno scambio di nomi con disappunto della moglie.”

C’erano fabbriche, ora dismesse come Linificio Broggi, in parte al Lambro, dove sono sorte abitazioni, e la Monti Martini, produttrice di materiali elettrici, dove ora sono stati ricavati il Teatro e la Biblioteca.

La strada provinciale che mi riconduce a Bergamo verso Rivolta d’Adda e poi Treviglio è ormai un succedersi di rotonde, dove è facile spingere l’acceleratore e macchine veloci superano di slancio, dove si avverte la stretta dei camion che si incontrano, ma rallegra pure in questa stagione l’intenso verde degli alberi e dei prati, il giallo di certe coltivazioni da poco tagliate e soprattutto i papaveri che danno l’idea di un interminabile festoso corteo.

Link utili:
Comune di Melegnano
Mangiare a Melegnano


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