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E’ incentrato sulla figura del musicista Daniele Maffeis il libro appena pubblicato per Lubrina Bramani dal titolo Daniele Maffeis – Divagazioni Musicali. L’autore è William Limonta, giovane musicista, compositore e musicologo di Bergamo. Il testo raccoglie i ventisette articoli scritti da Maffeis tra il 1962 e il 1966 per il quindicinale Il Giopì, del Ducato di Piazza Pontida.

Maestro Limonta ci dettagli meglio questo suo volume?

Ho cercato di focalizzare l’attenzione sulla figura umana e, se vogliamo, divulgatrice di Daniele Maffeis. Negli articoli raccolti l’autore esprime riflessioni di carattere musicale, in merito a ricordi d’infanzia, a questioni contemporanee (ad esempio l’avvento sistematico, intorno agli anni ’50, dei cinema a discapito delle sale da concerto), oppure dissertando sopra proprie composizioni, narrandone la struttura e la genesi. Questi articoli, inoltre, rappresentano la testimonianza di un’epoca passata, destinata all’oblio e che solo attraverso le parole di chi ha vissuto profondamente questi periodi possono rivivere genuinamente. Il testo è stato da me curato, con l’importante aiuto filologico di Adriano Maffeis, Roberto Guerini (per la restituzione integrale dei testi originali) ed il sostegno di Silverio Signorelli, direttore del ‘Giopì.

Dal punto di vista artistico chi è Daniele Maffeis (1901 – 1966)?

E’ uno dei compositori, originario di Gazzaniga, di cui ho avuto maggiormente modo di approfondire la produzione, anche grazie ai contatti con la famiglia stessa conosciuta nel 2019. Organista e compositore ceciliano, viene principalmente ricordato come compositore di musica liturgica, ma Maffeis fu molto di più: con un catalogo di quasi 200 composizioni, ha scritto per moltissimi organici differenti (orchestra, molte composizioni di musica da camera, pagine pianistiche, romanze per voce, composizioni per organo, 3 opere liriche, 6 operette), lasciando in ognuno di questi campi testimonianze importanti di spiccata sapienza compositiva e grande creatività nella gestione dei materiali.

Con la famiglia è in atto un processo di valorizzazione di Daniele Maffeis. Ne vuole parlare?

Si, è vero. In particolare con il nipote Adriano e la pronipote Rossana stiamo cercando di valorizzare la figura del compositore sia come artista ma anche come uomo: a tal proposito è nato, tra il 2021 e il 2022, un breve documentario (Daniele Maffeis: ancora tanta musica dentro, regia di Juri Ferri, con il contributo del Comune di Gazzaniga e dell’Associazione Musica Ragazzi e il sostegno della Fondazione Mia, presentato in Sala Piatti lo scorso 2 dicembre), con la partecipazione di diversi musicologi e quattro musicisti del Conservatorio Gaetano Donizetti, dedicato all’arte e alla figura del maestro di Gazzaniga.

Eredita una passione che fu anche del compianto maestro Pierluigi Forcella. Anche lui scrisse di Maffeis. Cosa ne pensa?

Le opere di Forcella sono state per me fondamentali, perché mi hanno permesso di avere accesso a tutti quei nomi che sono stati messi nell’ombra dai grandi alberi, ma che invece contribuiscono a creare quel sottobosco musicale (mi piace utilizzare questa similitudine, cara peraltro allo stesso Forcella) che ha plasmato la storia della città e della provincia di Bergamo. Quando avevo undici anni, ho conosciuto Forcella solo una volta, ma ero allora troppo piccolo per mostrare interesse verso questo mondo: anche grazie all’aiuto e al contributo di chi ha a lungo collaborato con lui – Gianpietro Turani e Matteo Ranghetti, in particolare – mi piacerebbe riuscire a portare avanti la sua missione di riscoperta.

Riscoprire compositori bergamaschi meno conosciuti è dunque una passione che la contraddistingue. Da cosa nasce questo interesse?

Fin da piccolo ho sempre avuto grande interesse nei confronti della cultura del mio territorio, dal dialetto all’architettura, alla natura, alla pittura e alla musica: possiedo una libreria abbastanza nutrita a tema Bergamo. In modo particolare, prima come pianista e ora come compositore e studente di musicologia, a partire dal 2017 ho iniziato ad interessarmi a tutti quei compositori poco conosciuti del territorio bergamasco, in particolar modo approfondendo coloro che hanno scritto per pianoforte (anche grazie al contributo dell’ultimo volume pubblicato in vita da Pierluigi Forcella, Il pianoforte a Bergamo da Mayr a Gavazzeni) per poter eseguire le loro pagine in concerti. All’inizio, la mia ricerca fu abbastanza confusa e disordinata, ma col passare del tempo ho iniziato a sistematizzare i miei studi occupandomi anche di altri strumenti nelle revisioni, come organo, voce e pianoforte.

Quindi Bergamo non c’è solo Donizetti? Perchè secondo lei si ci ricorda sempre di lui e si trascurano altri illustri compositori?

Donizetti, negli ultimi anni, è diventato il vessillo della bergamaschità: il suo nome risplende ovunque si menzioni la Città dei Mille. Il compositore di Borgo Canale, senz’altro geniale, è a mio avviso, dei più importanti compositori dell’Ottocento italiano, ha avuto la fortuna di compiere una grande carriera per poi tornare a Bergamo – seppur gravemente malato – con una notevole fama che lo precedeva. Questo aspetto di celebrità, però, non è purtroppo toccato a molti altri nomi che si sono attivamente impegnati per dare lustro musicalmente alla città di Bergamo: si pensi, ad esempio, a nomi come Alessandro Ferrari Paris, Alessandro Marinelli, Napoleone Maffezzoli, Emilio Pizzi, Mario Tarenghi, allievi prima ed insegnanti poi dell’Istituto Musicale Donizetti che hanno avuto profondamente a cuore la storia e la cultura musicale del proprio territorio, facendola fruttare con amore ed attenzione, e che ora sono caduti nell’oblio. Molti di questi autori hanno scritto pagine pregevolissime, che possono essere tranquillamente accostate a quelle dei grandi della storia della musica: consiglio a tal proposito l’ascolto delle composizioni di Mario Tarenghi, gioielli ancora troppo nascosti. Bergamo, in conclusione, è molto più di Donizetti: è una rete immensa di personalità importanti – chi più, chi meno geniali – meritevoli di essere ricordati per il loro importante contribuito.

Programmi futuri?

Sto attualmente concludendo il mio primo anno di percorso magistrale di Musicologia a Cremona, portando avanti diversi progetti: il primo è la trascrizione e revisione di 5 composizioni inedite di Alessandro Marinelli – ritrovate da me nell’archivio personale di Daniele Maffeis, che fu allievo dello stesso Marinelli- e chi lo sa, prevedendo un domani una futura esecuzione di queste pagine prevalentemente organistiche. Sto inoltre collaborando, insieme ad alcuni organisti e musicologi, alla riscoperta della figura del compositore cremasco di nascita ma bergamasco d’adozione Vincenzo Petrali, in particolare in merito al repertorio da lui composto per pianoforte. In futuro, mi piacerebbe iniziare a lavorare su un nuovo testo, ovvero l’idea di un dizionario di tutti i compositori e musicisti bergamaschi dalle origini fino alla fine del ‘900, che possa essere esaustivo e fruibile anche come guida alla lettura e alla ricerca.

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Nota biografica di william Limonta

William Limonta nasce a Bergamo nel 2000. Inizia lo studio del pianoforte all’età di 9 anni sotto la guida del M° Marco Chigioni, continuando presso il Conservatorio “Gaetano Donizetti” prima nella classe del M° Fabiano Casanova e poi con Ivan Vihor Cohar. Si è diplomato nel 2019 presso il Liceo Musicale “Secco Suardo” di Bergamo. Dal 2018 inizia a coltivare la passione per la composizione, scelta che lo porterà a partire dal settembre 2019 ad entrare a far parte della classe del Triennio Accademico di Composizione presso il Conservatorio di Bergamo prima con il M° Pieralberto Cattaneo poi, dal 2021, sotto la guida del M° Orazio Sciortino, sotto la cui guida si è diplomato nel marzo 2023 con il massimo dei voti. Nel 2022 ha vinto il Primo Premio Assoluto nella sezione Giovani Compositori al 9^ Concorso di Composizione “Città di Albenga” con il brano “Dell’ombra e lume”. Il suo brano “Come adèss mé regòrde”, per voce recitante, ensemble di arpe e flauto ( composto nel 2018, in ricordo e su testi del prof. Umberto Zanetti) ha avuto ben cinque repliche e notevoli riscontri positivi, anche da parte di quotidiani locali. Durante l’epidemia Covid-19 all’inizio del 2020, ha contribuito come co-autore, insieme a Nicola Bigoni, al progetto “Resilienza” al fine di raccogliere fondi per l’Ospedale “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo. Ha ricevuto una commissione da parte di Achrome Ensemble per il brano “Abendlied” per flauto, clarinetto e violoncello, poi eseguito presso il Conservatorio di Bergamo nel marzo 2022. Ha collaborato nell’aprile 2022 con il festival Bergamo Film Meeting nella realizzazione di una sonorizzazione per il film “L’horloge magique”, regia di Ladislas Starewitch (1928), ed eseguita live, in collaborazione con la classe di pianoforte del M° Alfonso Alberti presso il Conservatorio di Bergamo. A partire dal settembre 2022 ha iniziato il suo percorso di Laurea specialistica in Musicologia presso il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università degli Studi di Pavia, presso il campus di Cremona. Collabora, da alcuni anni, con l’Associazione Musicale “Daniele Maffeis” , volta alla diffusione della musica del compositore di Gazzaniga (per la quale ha pubblicato il volume da lui curato, ‘Daniele Maffeis: Divagazioni Musicali’ edito nel giugno 2023 da Lubrina Bramani), eseguendo e divulgando  in varie occasioni pagine del Maestro e di altri compositori bergamaschi, dei quali cura personalmente trascrizioni e revisioni, collaborando con diversi musicisti esperti del territorio. Lavora come articolista per la rivista online Eppen - Eco di Bergamo, ed è Presidente dell’Associazione A.P.S “Musica Ragazzi” di Osio Sopra (BG).
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