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In occasione del 2 giugno, Bergamo si arricchisce di un murales dedicato alla storia dei Minardi (di Lidia Minardi e della sua famiglia) che rappresentano per Bergamo un simbolo della lotta e della resistenza al fascismo, oltre che dell’impegno a rendere i diritti sanciti dalla costituzione esperienza di tutti e tutte.

L’opera di street art dell’artista Kiki Skipi, che sarà realizzata prevalentemente nel weekend del 28-29 maggio sul muro della centralina Enel accanto al ponte della Morla (via Borgo Palazzo 18-20), luogo simbolo della storia dei Minardi, sarà accompagnata dall’esposizione sulle vetrine dello spazio comunale di via Borgo Palazzo 25 (ex Csc) dei lavori degli allievi e delle allieve dell’I.C. Da Rosciate coinvolti nella costruzione di questo progetto condiviso realizzato dal Comune di Bergamo – Servizio reti di quartiere in collaborazione con Isrec, Tantemani, e-distribuzione e con la partecipazione di Udi Velia Sacchi, Cooperativa Sociale Patronato San Vincenzo, Donne per Bergamo – Bergamo per le Donne.

I Minardi sono stati antifascisti da sempre e al regime fascista hanno opposto la forza di rapporti franchi, capaci di creare un dialogo tra genitori e figli nella ricerca di un mondo più giusto per tutti e tutte. D’origine milanese, durante la guerra la famiglia si trasferisce a Bergamo e abita via dei Cappuccini, dove oggi sorge la Scuola Primaria Ghisleri dell’IC da Rosciate. L’Isrec nel suo impegno a fare delle storie di vita che hanno attraversato la nostra città la radice del significato delle parole che trasmettono ai più giovani il senso di comunità, ha consegnato a insegnanti, bambini e bambine la storia di Lidia Minardi e della sua famiglia.

L’entusiasmo e l’adesione della scuola hanno portato, nell’anno scolastico 2019-2020, a un Ordine del Giorno proposto dalle classi quinte della Ghisleri per realizzare in quartiere un ricordo dedicato ai Minardi; nell’anno 2020-2021 alla condivisione di un percorso didattico che ha coinvolto tutte le classi della Ghisleri, delle prime medie della Galgario e della Codussi, alla realizzazione di un video delle classi quinte della primaria e, grazie alla collaborazione con Tantemani, al dialogo con Kiki Skipi; infine, oggi, alla realizzazione di un murales che evoca con la forza del gesto artistico la storia di Lidia.

Il progetto sulla storia di Lidia Minardi e la sua famiglia rientra in quello del Calendario Civile che il mio Assessorato sta realizzando, in collaborazione di diversi istituti scolastici della città, con l’obiettivo di valorizzare momenti fondamentali della nostra storia anche attraverso il recupero di ‘brani’ di quella locale che si legano e partecipano in modo significativo a quella nazionale.” – dichiara l’Assessora alla Pace e Educazione alla Cittadinanza Marzia Marchesi – “Di grande emozione ed interesse è stato l’incontro tra i bambini e le bambine della Scuola Ghisleri e Lidia Minardi che abbiamo inserito nel programma di celebrazioni del 25 aprile di quest’anno e trasmesso in streaming sul canale YouTube del Comune. Un’occasione per ricostruire, attraverso le parole preziose della signora Lidia, le vicende drammatiche che hanno attraversato i luoghi della nostra città e per raccogliere l’interesse e l’affetto dei bambini nei confronti di una persona che hanno sentito vicina avendone approfondito e apprezzato la vicenda personale e di impegno civile.”

“Quello del murales – racconta l’Assessore alla Partecipazione e Reti di quartiere Giacomo Angeloniè un bel progetto in sinergia con la scuola, gli Assessorati della collega Marchesi e mio, che nasce dalla volontà degli studenti che, dopo aver fatto un percorso di approfondimento scolastico con Isrec dedicato alle figure della famiglia Minardi, hanno chiesto in un Ordine del Giorno durante il progetto ‘A Scuola di Cittadinanza’ di lasciare nel quartiere di Borgo Palazzo un segno che raccontasse di questa storia di resistenza. Il Comune poteva scegliere di mettere una lapide, ma abbiamo invece scelto di fare qualcosa di più vicino alle sensibilità dei ragazzi e abbiamo immaginato, insieme a Tantemani, un murales che racconta questa storia attuando così l’Ordine del Giorno presentato un anno fa dai ragazzi.” 

L’Isrec ha sempre creduto che le storie di vita fossero la radice di un dialogo tra generazioni per la crescita di un senso di cittadinanza inclusivo, basato sull’esperienze e sulle idee, sul sentirsi cittadini e cittadine del paese che si abita nel presente.  – spiega la direttrice dell’ISREC Elisabetta Ruffini – Non si è trattato di ricostruire una storia di famiglia, ma rendere una storia del passato un’occasione d’incontro, confronto e dialogo nei luoghi in cui si è svolta: nel progetto sono stati coinvolti non solo la scuola del quartiere, ma anche lo spazio comunale di via Borgo Palazzo 25, dedicato all’animazione culturale del quartiere, la serigrafia artigianale Tantemani che sta appena al di là del parco dove giocano bambini e bambine dopo la scuola, l’associazione Donne per Bergamo – Bergamo per le Donne che ha la sua sede proprio a ridosso del ponte della Morla ed è diventata base per l’artista. La rete di quartiere è stata informata degli sviluppi del progetto che ha seguito con attenzione. Sono stati però soprattutto bambini e bambine, ragazzini e ragazzine che, coinvolti a scuola dai loro insegnanti, hanno portato la storia di Lidia dentro le loro vite, dentro le loro famiglie, l’hanno fatta crescere nella loro memoria, con intelligenza e immaginazione, fino a renderla una vera storia per il quartiere.”

Kiki Skipi è diventata l’interlocutrice ideale di questo progetto. Formatesi all’Accademia di Belle Arti di Sassari è una writer attenta a legare intimità e mondo esterno in un viaggio che è conoscenza di sé e nello stesso tempo dialogo con gli altri. Legata da una collaborazione duratura con Tantemani, ha colto nella storia di Lidia la forza del rapporto tra generazioni diverse, capace di rivoluzionare gli equilibri e di ripartire dall’intimo per sognare e rendere esperienza un mondo diverso. “Da sempre l’uomo – sottolinea Tantemani – dipinge negli spazi pubblici per raccontare le proprie storie e creare suggestioni. Dalle scene di caccia dipinte sulle pareti delle caverne oltre 15.000 anni fa fino alle opere di arte pubblica contemporanea, la produzione di immagini è uno strumento di evoluzione dei singoli e delle comunità. Rappresentare un Murales dedicato ai Minardi, nel luogo in cui quella storia si è svolta, è un’operazione di condivisione della memoria che parla di un noi, ampio ed inclusivo, della nostra storia, della nostra identità e del nostro futuro”.

Lidia Minardi e la sua famiglia: storia di una famiglia del quartiere

Sul ponte della Morla, la giovane Lidia Minardi nell’inverno 1944, di ritorno dal lavoro insieme al padre Luigi, lo sentiva ripetere: “il cerchio si sta stringendo, vedrai che verranno a prendermi”. Se è vero che in Italia prima che altrove nasce il fascismo, è altrettanto vero che insieme al fascismo nasce in Italia l’antifascismo e Luigi Minardi ne è voce tenace e mai rassegnata: iscritto al partito comunista dalla sua fondazione, Minardi è un dissidente politico anche quando il fascismo sembra non avere rivali e non rinuncia, in primis in casa e insieme ai suoi figli, a esercitare quello spirito critico che sa guardare la verità dell’esperienza vissuta al di là della retorica di cui ogni regime si ammanta.

La famiglia Minardi arriva a Bergamo nel 1940 e prende casa in via dei Cappuccini, al numero 17, a due passi dalla tipografia Cattaneo dove Luigi è assunto nel ruolo di prototipografo: Lidia ha 13 anni e il fratello Roberto 11. Luigi e la moglie Teresa decidono di far studiare i loro figli per assicurare loro un futuro migliore e nel 1942, dopo due anni di computista commerciale, Lidia è assunta come impiegata alla tipografia Cattaneo.

L’8 settembre 1943 l’opposizione al fascismo diventa lotta armata e dopo l ingresso dei tedeschi Bergamo, Luigi è tra gli organizzatori della Resistenza bergamasca. Il 15 gennaio 1944, nazisti e fascisti fanno irruzione alla Cattaneo, Luigi è arrestato e portato in una villa requisita dalle SS in via Garibaldi e pesantemente interrogato e Lidia è rinchiusa al carcere di Sant’Agata fino a sera, quando, tornando a casa, scopre che anche la madre è stata arrestata e portata in carcere, da cui farà ritorno il giorno seguente.

Dal gennaio 1944 inizia la storia della famiglia Minardi divisa dal padre, prima prigioniero a Bergamo e poi a Milano e deportato poi a Fossoli e a Bolzano. È una storia fatta di lontananza, di tenacia, di coraggio e di amore: Teresa ricostruisce una quotidianità per i suoi figlia in cui resta forte il legame con Luigi, anche attraverso la preparazione di lettere e pacchi; Lidia con il suo lavoro mantiene la famiglia e insieme alla sua mamma non smette di interrogare le SS di Bergamo sul destino di Luigi.I giorni della Liberazione rivedono la famiglia riunita e gli anni del dopoguerra impegnata perché nel nostro paese i diritti sanciti dalla costituzione diventino realtà vissuta da cittadini e cittadine: nell’Italia libera, importante e significativo è l’impegno di Lidia per il riconoscimento dei diritti del lavoro delle donne.

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