Biondi immobiliare

Da un cuore ferito possono nascere frutti di bene. Che non durano lo spazio di un’emozione, ma permangono nel tempo e diventano segno di qualcosa di grande che diventa a sua volta fonte di stupore. È quello che è accaduto al nostro autore Alessandro Grazioli quando Nina, una donna boliviana che lavorava come domestica nella casa di sua madre, gli ha chiesto di accompagnarla in auto all’Hospice di Bergamo dove la nipotina  di 9 anni giaceva ormai in fin di vita. La piccola si chiamava Andrea Burgos Morales, era entrata in coma dopo avere affrontato una lunga e dolorosa malattia. La storia è stata raccontata dalle pagine di Avvenire sabato 12 dicembre.

Pochi giorni dopo l’accesso all’Hospice, la piccola Andrea Burgos Morales morì. Era il 3 dicembre 2006, e Alessandro ricorda come fosse oggi l’incontro con la famiglia nella loro modesta abitazione, la preghiera recitata insieme ai genitori della piccola, ai fratelli e ai cuginetti, e il sentimento di impotenza che lo divorava vedendoli raccolti davanti a quella minuscola salma.

Capivo bene che non potevo lenire in nessun modo il loro grande dolore, ma visto che pochi giorni dopo si sarebbe celebrata la festa di Santa Lucia ho pensato di proporre al circolo ricreativo della mia azienda una colletta per comprare qualche gioco ai fratelli di Andrea”. Nei giorni che seguirono ci fu una processione di colleghi che donavano un contributo per i regali: la somma raccolta fu così consistente che i beneficiari non furono solo i piccoli della famiglia Morales, ma anche altri bambini che insieme ai genitori venivano aiutati dal Banco di Solidarietà di Bergamo con i “pacchi” alimentari portati periodicamente nelle loro case.

Alessandro ricorda ancora che quando la sera stava aiutando una sua amica volontaria una madre guardandolo con gli occhi pieni di commozione gli disse: “Mia figlia mi aveva appena detto: mamma, da noi Santa Lucia non passa, vero?“. Quella frase fu come un segno e una benefica provocazione per Alessandro e per gli amici del Banco di Solidarietà, e insieme decisero che quel gesto semplice doveva essere ripetuto anche negli anni futuri. E così accade: la proposta si allarga ad altre persone e quando l’idea arriva all’attenzione di un imprenditore – che da allora dona ogni anno una somma consistente per acquistare i giochi per i bimbi – acquisisce una solidità finanziaria che nessuno aveva osato sperare. È così che la nascita al cielo di una bambina boliviana è diventata l’occasione per un piccolo grande “miracolo di Santa Lucia”.

Proprio come nel racconto natalizio di Frank McCourt (Angela e Gesù Bambino) – precisa Alessandro Grazioli – anche alla nostra provincia è stata così donata una bimba davvero speciale che si prende cura, dal cielo, dei tanti “Gesù bambino” della nostra provincia ricorrendo a novelli pastori del Presepe che, di anno in anno, si arricchiscono di professioni. Troviamo cosi, in questo Presepe bergamasco, il “pastore/imprenditore”, “le commesse del negozio di giocattoli”, “l’impiegata che vive a Milano” e tanti altri lavori. In Andrea e nella sua raccolta giochi possiamo quindi trovare l’opportunità grande non solo di aiutare Santa Lucia ma, soprattutto, di contribuire a rendere il mondo più bello facendo sperimentare al nostro cuore l’esperienza grande che il Natale propone: essere “Re Magi” che, guidati dalla luce della stella che brilla nelle letterine dei bambini, giungono con doni al cospetto di quel Gesù Bambino che accade, misteriosamente, anche oggi nella nostra amata terra bergamasca“.

Andrea Burgos Morales

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