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L’ultima ricerca resa nota dall’Istituto Mario Negri nei giorni scorsi ha riguardato la pandemia Covid19 che nel 2020 ha colpito tutto il mondo, con una virulenza apicale sul nostro territorio, come tutti sappiamo, in particolare sulla Bassa Valle Seriana.

La ricerca si è dunque focalizzata sui comuni di Alzano, Nembro, Albino attraverso un questionario rivolto a 9733 soggetti, indagando poi il DNA di 1200 di loro. Risultato: esiste una correlazione genetica tra rischio di malattia grave e il genoma Vindija che risale a 50.000 anni fa cioè alla presenza dell’uomo di Neanderthal sul continente europeo. Ma restringendo ancora di più il focus, noi bergamaschi della Bassa Val Seriana risultiamo più neanderthaliani di tutti. Infatti avremmo  ereditato più geni a rischio degli altri.

Leggendo attentamente le dichiarazioni espresse in pompa magna a media e social direttamente dal palazzo della Regione Lombardia (presidente Fontana e assessore Bertolaso), la notizia “bomba” si ridimensiona un po’, lasciando spazio anche a illazioni a volte ironiche. Come hanno scritto alcuni giornali nazionali sottolineando, tra il serio e il faceto, la spiccata correlazione tra i Neanderthal e i bergamaschi.

Dichiarazioni, dicevamo, improntate anche a “Buon senso, prudenza, razionalità“.  E, stando al capo della ricerca Giuseppe Remuzzi: “Questi geni probabilmente spiegano i decessi tra le persone giovani e senza patologie pregresse. La stima è che questi geni siano responsabili del 15% del totale dei decessi.

Sappiamo tutti che la scienza per definizione non dà risposte assolute. Sappiamo tutti, avendo almeno frequentato le scuole superiori, che i nostri geni risalgano ai nostri antenati. Con tutte le conseguenze che ne derivano, positive e negative. Pertanto venire a sapere che la predisposizione al Covid19 risalga al Neanderthal potrebbe sembrare cosa ovvia. O quantomeno la scoperta dell’acqua calda. E siccome, sempre la scienza, insegna di adottare il dubbio (anche sistematico) nell’affrontare conoscenza e realtà,  ci permettiamo di dubitare sulla effettiva valenza di simili conclusioni.

Del resto chi di noi non ha visto facce di sorpresa e stupore, tra amici e conoscenti, alla lettura della notizia sui giornali? Quello che però incuriosisce di più è perché proprio noi bergamaschi, perché proprio noi della Val Seriana, perché proprio noi di Alzano-Nembro-Albino siamo stati così stretti parenti dei Neanderthal. Forse un indizio per spiegare il dubbio soprascritto deriva sia dal luogo scelto (Pirellone) per diffondere al mondo la notizia, sia dalle parole pronunciate dal segretario scientifico del Mario Negri Ariela Benigni: “Regione Lombardia ha creduto in noi e ha fatto in modo che potessimo iniziare.

Tradotto: Regione Lombardia ha finanziato la ricerca. La stessa Ragione Lombardia che, in quanto responsabile diretta della sanità lombarda, non ha chiuso SUBITO l’ospedale di Alzano Lombardo dove tutto è iniziato. E dove il virus ha attecchito subito e di più: Nembro, Albino strettamente interconnessi e confinanti tra loro. Alla faccia del Neanderthal!. Che una colpa l’avrà pure! Ma talmente remota, indiretta e probabilmente eziologicamente ininfluente che non c’era bisogno di sprecare tanti cervelli ed energie per farci sapere l’arcana (possibile) verità. 

A questo punto non sono mancate le reazioni del Comitato civico di cittadini parenti e amici delle vittime covid bergamasche. Il quale comitato ha sempre puntato il dito proprio sulla Regione Lombardia, anche dopo la sentenza che mandava assolti i politici.

Dunque,  in questo caso, il Comitato ha sollevato perplessità: vuoi vedere che adesso la Regione si nasconde dietro il paravento della ricerca (finanziata) per andare indietro di 50.000 anni e scoprire che se il Covid19 ha devastato Lombardia e la Bergamasca insieme non c’entra niente con l’eccellente apparato sanitario (dove non esistono lunghissime code d’attesa per esami diagnostici, dove non si pagano 150 euro se si vogliono eliminare le code suddette, dove esistono ospedali case della salute, medici per ogni necessità del cittadino in ogni centro urbano piccolo o grande) ma la causa vera è l’eredità (ovvia) neanderthiana? Se non conoscessiamo la rinomata serietà, l’intensa laboriosità, l’indefesso impegno dei nostri politici che lavorano in Regione, spesso senza il ristoro di un meritato riposo, parrebbe davvero un pilatesco, mediatico, esemplare lavarsi le mani.

È non crediamo neppure alle facili considerazioni da Bar Mario che vogliono i risultati di una ricerca non indipendente in sintonia con il finanziatore alla stregua della diceria diffusa ma mai ahime verificata seriamente dalla stampa mainsteam: “Tu ricerchi, io pago e i risultati devono in qualche modo ricompensare il mio contributo”. Ma davvero crediamo che in Italia, in Lombardia possono succedere simili cose? Se così fosse saremmo di fronte a un vero e proprio attentato alla decenza e all’onestà intellettuale non solo dei politici ma anche dei ricercatori più blasonati dove alla verità preferiscono la visibilità mediatica. Va da sé che la suddetta ricerca ha prodotto un filone di pensiero che va in questa direzione e che trova sempre più adepti.

Come a dire che così funziona il villaggio globale. Dove tutto si tiene. E dove ormai parlare di conflitto di interessi sembra una bestemmia. Per l’establishment ovviamente. Non per noi comuni cittadini. Prendere o lasciare. Anche a non esser d’accordo. 

Tormentato dal dubbio di sbagliare a mia volta, ho tentato un piccolo sondaggio con alcuni medici e operatori sanitari, la maggior parte della Valle Seriana. Tutti hanno confermato le perplessità soprascritte. Neanderthal compreso.

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