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“Solo chi rischia di andare troppo lontano avrà la possibilità di scoprire quanto lontano si può andare”.
(Thomas Stearns Eliot)

Questa citazione è forse quella che meglio può descrivere la nuova iniziativa solidale del Milan ufficializzata martedì 22 settembre, presso la sede del Club a Milano, da parte del suo presidente Paolo Scaroni. Infatti, sono state firmate importanti collaborazioni tra la società di calcio e la Fondazione Istituto dei ciechi di Milano Onlus, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus e l’Ente Nazionale Sordi con lo scopo di rafforzare il percorso e il programma di inclusione denominato Il Milan per tutti che vede da sempre il Club in prima linea nel mondo dell’impegno sociale.

Un impegno che si traduce in investimenti e progetti concreti grazie ai quali il Milan risulta essere non solo pioniere in Italia ma, come auspica il Presidente Scaroni, anche fonte di ispirazione per le altre società di Serie A. Inclusione, diversità e uguaglianza sono anche gli elementi portati del Manifesto RespAct del Milan che è alla base di questa nuova iniziativa la cui finalità è quella di rendere accessibile a tutti la partecipazione alla vita del club sia per quanto attiene allo Stadio che alle piattaforme digitali.

Come si fa a raccontare una partita ad una persona che non vede? In che modo delle persone non vedenti possono giocare a calcio?”… per rispondere a queste domande, poste durante l’incontro da parte di Mario Barburo, Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi – ONLUS-APS, il Milan ha risposto utilizzando il criterio dell’immedesimazione nel prossimo che è l’unica chiave che può spiegare l’origine di questo progetto che vede, tra le sue diverse declinazioni operative, anche la realizzazione, all’interno dello stadio San Siro, anche di un settore esclusivo posto a livello del campo e dedicato, appunto, ai tifosi non vedenti e ipovedenti.

Anche la domanda “Sapete con quale segno noi chiamiamo Ibrahimovic?” formulata, successivamente da Renzo Corti, Presidente del consiglio regionale lombardo dell’Ente Nazionale Sordi, ha poi introdotto la platea ad una maggiore conoscenza del lingua dei segni aiutando i presenti a comprendere come le difficoltà comunicative possano essere fonte di rinnovata creatività se, come sta dimostrando il Milan, si mette a tema il valore della relazione che trova, nell’amore per il prossimo, il suo linguaggio universale.

Poter scrivere pagine che raccontano la storia del Milan è un grande onore e, in questo caso, la gioia è duplice perché, al posto di imprese sportive, si parla di “imprese valoriali” che toccano il cuore. Mio papà era non vedente e, anche se era tifoso dell’Inter, ricordo i derby vissuti con lui e potermi immergere, oggi, nell’atmosfera accogliente di casa Milan (ringrazio in particolare Noemi dell’ufficio stampa del Milan) e incontrare il mio idolo di quelle partite di anni fa, l’ex calciatore Daniele Massaro, mi ha fatto comprendere che nel match per il bene comune siamo tutti un’unica grande squadra e ognuno può contribuire mettendo in gioco le proprie “diverse abilità” perché, se ci pensiamo bene, ognuna persona è unica e irripetibile e i “propri limiti” possono essere il trampolino di lancio per costruire quei ponti dal valore inestimabile che si chiamano: relazioni.

Qualche selfie con gli amici del Milan
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Autore

Alessandro Grazioli

Marito e papà di 4 bambini, laureato in Giurisprudenza presso l’Università Statale di Milano, Business Unit Eticapro, Consigliere Comunale, scrittore di libri per l'infanzia, divulgatore e influencer sociale su Socialbg

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