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“Guardandoti dentro puoi scoprire la gioia, ma è soltanto aiutando il prossimo che conoscerai la vera felicità.”Sergio Bambarén

Solitamente alla ricorrenza del Ferragosto vengono associate riflessioni e messaggi social di contenuto spiccatamente “leggero” e questo perché, invece, il periodo delle festività più strettamente collegato ai temi solidali è, a livello mediatico, quello natalizio. Tuttavia, se ci pensiamo bene, cosa hanno in comune le ferie in qualunque periodo dell’anno si svolgano? Il desiderio di essere felici e così, questa citazione di Bambarèn, apre alla possibilità di riconoscere che proprio l’amore al prossimo possa essere la strada per scoprire la vera letizia in ogni stagione.

Dal punto di vista etimologico il termine “prossimo” identifica colui o colei che è molto vicino/a nel tempo e nello spazio e, proprio questo aspetto, può essere il criterio per identificare quelle iniziative di solidarietà territoriale che si schierano in difesa delle persone nelle nostre città. Tra queste c’è sicuramente quella rappresentata dai tre HUB di prevenzione allo spreco alimentare a cui ha contribuito Fondazione Milan, l’ultimo inaugurato nel Municipio 8 a Milano il 21 luglio scorso (il video in Facebook). Chiediamo così a Rocco Giorgianni (foto), Segretario Generale di Fondazione Milan, di aiutarci a capire meglio questa bella iniziativa:

L’identità della Fondazione Milan?

Fondazione Milan è la public charity legata al più ampio contesto di Responsabilità e Sostenibilità del Gruppo AC Milan. La Fondazione è nata nel 2003 con il semplice desiderio di fare qualcosa di buono per la collettività ed esprimere solidarietà con chi si trova in situazioni di disagio. Da allora Fondazione Milan è al fianco di tante realtà bisognose sia in Italia sia all’estero. Condividiamo con i giovani i valori dello sport per aiutarli ad affrontare la vita in modo positivo. Giochiamo con loro la partita della vita, da protagonisti del cambiamento. In questi anni, grazie a tutti i donatori e all’impegno delle persone del gruppo AC Milan – Prima Squadra, Glorie e Staff – sono stati raccolti oltre 10 milioni di euro e realizzati più di 160 progetti.

Da dove nasce l’idea di realizzare questo HUB?

Innanzitutto, mi preme evidenziare che questo progetto nasce da un “gioco di squadra” i cui protagonisti sono, insieme alla nostra Fondazione, l’amministrazione comunale, alcuni nostri partner istituzionali (Politecnico di Milano, Assolombarda e Fondazione Cariplo) a cui si sono aggiunti anche altri partner tecnici. È utile poi evidenziare che a gestire il nuovo spazio polifunzionale sarà la Fondazione Terre des Hommes, già parte del nuovo Dispositivo Aiuto Alimentare nei Municipi 7 e 8. Un luogo, quindi, di prossimità dedicato in particolare alle esigenze dei più piccoli, e quindi, a famiglie con bambini e neonati, che ha l’ambizione di diventare un centro di raccolta non solo di alimenti, ma anche di prodotti per l’infanzia.

Cosa rappresenta, dunque, il nuovo hub?

Un segno concreto del costante impegno di Fondazione Milan per sostenere la nostra comunità e che avrà ulteriori sviluppi visto che rientra nel nostro programma, denominato Assist, lanciato proprio quest’anno come concreta risposta al drammatico aumento delle persone che versano in condizioni di disagio economico e sociale a causa della pandemia. Siamo partiti rispondendo, quindi, ad una esigenza nata dal territorio e veicolata dall’amministrazione comunale. Infatti, il legame con la città di Milano è per noi fondamentale e, pertanto, la nostra disponibilità ad impegnarci per la realizzazione di questo spazio è stata praticamente immediata visto che lo stesso è ubicato al Municipio 8, lo stesso quartiere dove è presente la nostra sede.

Vista la vostra origine legata al Milan, qual è l’elemento che maggiormente contraddistingue la vostra value proposition sociale?

“La vera povertà è la possibilità di non sviluppare i propri talenti” – J. Amado – Questa espressione è quella che maggiormente caratterizza l’impegno sociale di Fondazione Milan perché vuole contribuire a valorizzare e promuovere la valenza educativa dello sport. Troppo spesso, infatti, la pratica sportiva viene associata alla “rivalsa sociale” ma questo approccio, a nostro avviso, è riduttivo. Lo sport ha il grande valore sociale di stimolare a dare il meglio di sé e pertanto, se vissuto così, anche il calcio può diventare uno strumento attraverso il quale sperimentare la soddisfazione e la gioia della realizzazione personale anche se praticato non a livello professionistico ma, come nel caso del nostro recente progetto inaugurato nel quartiere San Cristoforo a Catania, semplicemente nel proprio quartiere.

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Autore

Alessandro Grazioli

Marito e papà di 4 bambini, laureato in Giurisprudenza presso l’Università Statale di Milano, Business Unit Eticapro, Consigliere Comunale, scrittore di libri per l'infanzia, divulgatore e influencer sociale su Socialbg

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