La psicopedagogista bergamasca di fama internazionale Evi Crotti, con Alberto Magni, ha dato alle stampe (Delfino Editore) un interessante volume “Politici. Ieri e Oggi” nel quale descrive una cinquantina di politici Italiani attraverso l’analisi della lora grafia, in particolare della firma. Con la prefazione del giornalista Beppe Spatola (firma di BresciaOggi e vice Presidente dei cronisti lombardi), il libro è un estratto delle numerose analisi grafologiche che la Crotti ha eseguito nel corso della sua lunga carriera caratterizzata da pubblicazioni tradotte in tutto il mondo.
Perché questo libro sullo “zoo politico” del nostro paese?
Tutto nasce dal desiderio di far conoscere con obiettività e imparzialità la natura, spesso insospettabile ad uno sguardo superficiale, delle persone che guidano l’Italia e che ci rappresentano nelle scelte politiche e sociali.
Ma può davvero la scrittura svelare la personalità di un soggetto?
La scrittura, come sostiene Erich Fromm, segue quella parte inconscia delle nostre emozioni e le registra facendo emergere la nostra struttura psicofisica, unica e irripetibile. La conoscenza del significato profondo della propria grafia è un elemento che, insieme con altri, può aiutarci a trovare la consapevolezza, la serenità e la soddisfazione di essere riusciti a realizzare se stessi oppure l’opportunità di aprire un “cassetto chiuso da tempo” per mettere a frutto talenti sepolti.
In generale cosa emerge dal suo lavoro?
Spesso il vero sentimento politico viene scambiato con il bene del partito cui si appartiene mettendo in secondo piano un’azione declinata secondo un’etica sociale e politica.
In poche parole “prima la poltrona”?
In alcuni casi si.
Rigorosamente in ordine alfabetico troviamo Berlusconi e Bersani. Cosa li differenzia a parte il partito?
Berlusconi è dotato di spirito d’iniziativa, essenzialità di pensiero e dinamismo. La firma tondeggiante, coi suoi legamenti eleganti, con le lettere iniziali molto ampie, indica disponibilità, spontaneità, volontà e forza psicofisica. Il suo tallone d’Achille sono la vanità intellettiva e quella fisica. Bersani, d’altro canto, è una persona tenace fino a rasentare la testardaggine, convinto di servire un ideale che porta dentro di sé. Non ci sono nella grafia segni di manipolazione, dunque se lo vedremo fare un passo indietro sarà solo perché lo hanno obbligato.
Impressiona la firma di Brunetta, quasi un viluppo astratto?
L’originalità della firma esprime un pensiero creativo. L’esagerazione della dimensione rappresenta l’incorporazione delle figure per lui importanti nell’età della crescita, dove alcuni sensi d’inadeguatezza (per esempio la bassa statura) sono stati superati con l’intelligenza e l’investimento nella propria crescita mentale e operativa.
La giornalista Lucia Annunziata su HuffPost invita Di Maio a dimettersi da ministro degli Esteri non ritenendolo adatto a ricoprire l’incarico. E d’accordo?
Posso dire che la dimensione piccola delle lettere rileva una forte insicurezza, timidezza e introversione. A Di Maio il successo piace anche se le sue aspirazioni non sono sostenute da adeguate “doti politiche”, a meno di avere alle spalle un “padre” consigliere o suggeritore.
In Salvini colpisce la grande dimensione dell’iniziale del cognome?
E’ l’espressione di una paternità che ha fatto da stimolo alla crescita personale e sociale, spingendolo a puntare su valori che egli sente inviolabili.
E’ un violento?
Aggressivo si, violento no. Le due cose non vanno confuse. Salvini è un combattivo solo verbalmente e, come sostiene la psicanalisi, un aggressivo è in fondo un mite di cuore.
Alcuni potrebbero obiettare.
Rientra nella categoria del temperamento sanguigno di Ippocrate. Porta avanti con foga, espressa a volte in modo un po’ rude, il suo credo, che può disturbare i “sonnolenti”, ma che rappresenta per lui una ricerca continua di una spinta alla crescita sociale sua e di chi lo segue.
Sul premier Conte cosa ci dice?
Dalla scrittura emerge una personalità socievole, con un pensiero ricco che ama esplorare attraverso una logica consequenziale e non soggettiva (vedi lettere tutte attaccate tra loro) e doti elaborative e astrattive che gli permettono di gestire la propria vita individuale e sociale dimostrando una discreta armonia.
Si nota nella sua grafia la stentatezza del gesto, il tremolio del tratto, il tralasciare parti di lettere. Cosa significa?
Sono elementi che pongono in evidenza una certa tensione emotiva che nei momenti di maggiore difficoltà, potrebbe creargli delle chiusure e delle reazioni facendogli adottare un’ostentata sicurezza: un desiderio di latente paternità sociale che se da un lato lo preserva dalla superficialità dall’altro potrebbe renderlo inflessibile.
Renzi alterna lo stampatello al corsivo. Indica la propensione a cambiare casacca politica?
Non è questo. Il fatto di “miscelare” caratteri esprime una sua impazienza e anche il fatto di voler essere comprensibile e chiaro a tutti i costi.
Infine il Presidente Mattarella con quella sua grafia illeggibile.
Possiede capacità di verifica e l’ipercritica può renderlo bisognoso di supporti esterni, per decidere con maggiore tranquillità. Nei rapporti predilige persone che dimostrino tranquillità e pacatezza.
Non possiamo dimenticarci della Meloni con quella sua firma essenziale.
Nome e cognome sono entrambi ridotti come numero di lettere, unitamente alla quasi completa illeggibilità della stessa, stanno a rappresentare un Io sociale che, pur volendo emergere, non peccherà mai di eccessivi personalismi.