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Cominciata nell’anno 1337 a causa di un disaccordo sulla successione della monarchia francese, la Guerra dei cent’anni ha tra le sue cause anche ragioni politico commerciali. Il problema era il controllo sulle Fiandre che dal punto di vista politico e territoriale appartenevano alla Francia, ma dal punto di vista economico erano legate all’Inghilterra che vi esportava i propri manufatti di lana. Quanto alle cause dinastiche, Edoardo III, re d’Inghilterra, imparentato con la dinastia francese, rivendicava la successione al trono di Francia, e per questo si oppose  all’ascesa al trono di Filippo VI, il discendente del re di Francia.

Il conflitto ebbe luogo principalmente nel territorio francese devastato da tattiche che i francesi chiamavano “chevauchée”, rapide cavalcate della cavalleria inglese che lasciava dietro di sè terra bruciata. La devastazione, unita all’isolamento del paese, portò la popolazione francese allo stremo.

La situazione economica e politica dei due paesi presentava, al momento del conflitto, differenze sostanziali. Sebbene la Francia di Filippo VI comprendesse un territorio più esteso di quello inglese la sua monarchia era meno solida e il potere politico e militare minore. L’economia restava principalmente agricola e poco sviluppata. I potenti si disinteressavano della coltivazione dei campi relegata ai servi della gleba.

L’Inghilterra, invece, con una base economica e politica più robusta e meglio strutturata poteva contare su un apparato militare di tutto rispetto, stipendiato direttamente dalla corona. Un’armata composta da uomini appartenenti a vari gruppi: compagnie retribuite, volontari, nobili, ma anche persone comuni, spesso attratte proprio dalle interessanti paghe concesse. Anche da un punto di vista geopolitico l’Inghilterra godeva di condizioni migliori, le aree di influenza inglese e i paesi alleati di Edoardo III erano infatti molti. Essi comprendevano una parte dell’Irlanda, del Galles (la restante era ostile), alcune zone dei Paesi Bassi, della Germania ed alcuni dei territori più ad est dell’Europa continentale.

Il conflitto cominciò male per i francesi. La prima sconfitta avvenne a Crecy, il 26 agosto del 1346. A seguito di essa Edoardo d’Inghilterra occupò Calais, principale porto nel nord della Francia. La città sarebbe rimasta una roccaforte inglese anche dopo la conclusione del conflitto, per parecchi anni ancora.

Dieci anni dopo una seconda grave disfatta investì l’esercito Francese, questa volta a Poitiers, il 19 settembre del 1356. Nonostante la superiorità numerica l’esercito d’oltralpe soccombette all’armata inglese, meglio organizzata, che annientò il nemico e riuscì pure a catturare il re francese Giovanni II.

Dopo nove anni di pace il nuovo re di Francia Carlo V riprese le ostilità e lo fece adottando una strategia nuova che evitando le battaglie di tipo tradizionale andava ad “infastidire” i soldati inglesi con attacchi isolati alle linee di rifornimento. In questo modo i francesi riuscirono a recuperare gran parte dei territori persi fino a quel momento e a riguadagnare posizioni sull’avversario, in difficoltà anche per la morte di Edoardo III (1377).

Dopo un lungo periodo di brevi conflitti e tregue, un tragico evento si verificò nel 1407 quando il duca d’Orléans venne assassinato per ordine del duca di Borgogna, suo acerrimo nemico. Ciò portò inevitabilmente ad un inasprimento del conflitto. Enrico V d’Inghilterra, rivendicando, anche lui, la corona francese, invase i territori non ancora sotto il suo controllo, siamo nell’agosto del 1415. L’esercito francese, con cinquantamila uomini, informato della direzione presa da Enrico V, si appostò presso Calais in prossimità di Azincourt. Lo scontro fu devastante e vide vincitori gli inglesi che trucidarono la cavalleria avversaria grazie alle loro frecce. La vittoria inglese portò al trattato di Troyes che sancì la pace tra i due regni ma che ebbe pesanti conseguenze per la monarchia francese: Enrico V d’Inghilterra ottenne il diritto di sposare la la figlia di Carlo VI di Francia, facendosi in tal modo riconoscere il diritto di succedergli sul trono francese. Nel 1422, però, morirono entrambi i regnanti e il figlio del re inglese, Enrico VI, così come previsto dal trattato di Troyes, venne incoronato, a soli nove mesi, “Re di Francia e d’Inghilterra”, unendo in tal modo le due corone ed escludendo il figlio di Carlo VI di Francia, da ogni pretesa successoria.

Dopo l’incoronazione di Enrico VI gli inglesi pensarono che fosse giunto il momento propizio per infliggere il colpo di grazia al regno di Francia e, violando i patti stipulati a Troyes, si preparano ad assediare Orléans, città simbolo della parte armagnacca, fazione fedele ai francesi. Tutto ciò accadeva mentre il delfino di Francia, Carlo VII, impotente, si era ritirato nel Sud del paese.

Orléans non rappresentava il luogo di un conflitto come tanti ce ne furono nel corso di questa interminabile guerra, ma il luogo dove si giocava il destino dell’intero regno di Francia. Nella città  però le cose si metterono subito male per i francesi. Il nemico era riuscito, senza grossi sforzi, ad accerchiare la città rendendole impossibile qualsiasi rifornimento. Quando tutto sembrava perduto, quando il destino della Francia sembrava segnato, una giovane e sconosciuta contadina della Lorena si presentò dal diseredato Carlo VII dichiarando di essere stata inviata da Dio per risollevare le sorti della Francia. La ragazza affermò che il compito di aiutare il suo paese le era stato assegnato da voci misteriose, che lei attribuì all’arcangelo Michele e alle sante Caterina e Margherita. Il suo nome è Giovanna, Giovanna d’Arco.

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Autore

Enrico Valente

Enrico Valente è nato a Torino nel 1978 dove si laurea in giurisprudenza nel 2004. Da oltre vent'anni si dedica allo studio e alla ricerca filosofica e da alcuni anni affianca la passione per la scrittura alla traduzione di saggi e romanzi. Con ”L'arte di cambiare, da bisogno a desiderio dell'altro” la sua opera di esordio, vince nel 2021 il primo premio al Concorso nazionale di filosofia ”Le figure del pensiero”, nello stesso anno riceve per la medesima opera la menzione d'onore al Premio di arti letterarie metropoli di Torino e arriva finalista al concorso di Città di Castello. Attualmente è impegnato alla preparazione di una collana intitolata ”Incontri filosofici” dedicata ai grandi protagonisti della filosofia che sta ricevendo un notevole riscontro da parte del pubblico ed è in corso di traduzione all'estero. Il suo primo numero “Il mio primo Platone” è arrivato finalista al concorso nazionale di filosofia di Certaldo (FI) 2022.

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