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In questi giorni di pandemia mi sono ritrovato spesso a vedere, alla tv o sui giornali, le immagini dei teatri chiusi e il contraccolpo provato è stato analogo a quello che si può sperimentare quando, trovandosi a passare davanti a delle case abbandonate, ci si interroga su quali vite le abitavano. Mi è tornato cosi in mente l’ultima volta che, insieme con mia moglie, siamo stati a teatro e anche se non è trascorso molto tempo (dicembre 2019, il musical Christmas Carol) la percezione di un passato remoto è impressionante. In particolare, assistendo a quello spettacolo natalizio, era stato evidente come chi faccia teatro si trovi a vivere in uno spazio che varia e che, tutti gli spettatori, vedano in modo diverso a seconda di dove sono seduti: se sei a destra vedi una cosa, a sinistra un’altra, in galleria un’altra ancora. Parimenti affascinante è stato sperimentare come, l’uso della voce e dei movimenti degli attori, fosse in esclusiva funzione del palcoscenico.

Ora che queste cattedrali dell’intrattenimento sono chiuse e i loro altari sono impolverati ecco dunque che la fantasia diventa la linfa primaria per creare qualcosa di nuovo riscoprendo così anche la vera essenza della terminologia fare l’attore che in inglese, ad esempio, si traduce “to play” oppure, in francese, con “jouer”.  Giancarlo Giannini tempo fa diceva che “rimanere sempre fanciulli ti porta a fare meglio questo mestiere. Sembra facile detto così ma metterlo in pratica è molto più difficile”; eppure, proprio per questo Natale 2020, un fanciullo c’è ed è Carlo Pastori, musicista e attore milanese di nascita ma bergamasco d’adozione, con il suo spettacolo, itinerante da cortile e da piazza: Pastori, Musiche di Natale da Lontano.

In modo innovativo e, nel rispetto delle norme anti Covid 19, ci sarà quindi, anche quest’anno, l’opportunità di ascoltare le musiche di Natale e i palcoscenici saranno portici e cortili e, al posto della gallerie e delle balconate teatrali, ci saranno i balconi, terrazzi e le finestre di casa. Non è prevista, infatti, la presenza del pubblico intorno agli artisti (questa è la novità) bensì tutti potranno usufruire dell’atmosfera natalizia delle suonate dei pastori, un trio formato da baghèt (Luciano Carminati), gaita galiziana/flauti (Francesco De Chiara) e da una fisarmonica (Carlo Pastori), restando ognuno nelle proprie case. Si tratta, pertanto,  sia di un tentativo artigianale di tener viva la tradizione natalizia degli zampognari, in totale rispetto dei protocolli e delle norme anti Covid, sia di un modo per consentire a questi artisti di fare il loro lavoro. E non è poco, di questi tempi.

Ecco l’alba che spunta, ecco del Sole
I primi rai splendenti.
Che indorando le cime agli alti monti,
e rendendo di gioie il mondo adorno.

Questi versi, tratti dalla rappresentazione teatrale natalizia napoletana “La Cantata dei Pastori”, diventano cos^, in questo drammatico 2020, la voce luminosa del passaggio di consegna di una nuova tradizione che troverà la sua sconfinata messa in scena. Gli eventi hanno la durata di 20 minuti per ogni location e non necessitano di amplificazione né attacco di corrente. La musica dei Pastori arriva lontano e la loro luce la portano con le loro lanterne.

Le date indicate potrebbero subire variazioni per causa di forza maggiore. E’ opportuno verificare le date di volta in volta inviando una mail per richiesta di conferma. Per info su dettagli circa costi e prenotazioni biglietti di ingresso, orari precisi degli spettacoli e altro, scrivete al mio indirizzo Info e contatti scrivendo a [email protected]

 

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Autore

Alessandro Grazioli

Marito e papà di 4 bambini, laureato in Giurisprudenza presso l’Università Statale di Milano, Business Unit Eticapro, Consigliere Comunale, scrittore di libri per l'infanzia, divulgatore e influencer sociale su Socialbg

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