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Le lesioni cutanee sono un problema ancora sconosciuto a molti. La mancanza di sensibilizzazione della popolazione su questo argomento provoca disorientamento a familiari e caregiver. Infatti, una volta colpiti, si troveranno ad affrontare la situazione brancolando nel buio con il rischio di commettere errori talvolta fatali. La confusione sull’argomento parte dal un linguaggio popolare o comune che continua a definire  l’ULCERA CUTANEA o LESIONE CUTANEA (termine dell’ambiente sanitario) con il termine PIAGA.

Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta: le ulcere cutanee sono perdite di tessuto cutaneo. Si parla di lesioni cutanee quando il processo di riepitelizzazione non è in grado, per diversi fattori, di rigenerare la pelle. Nel corpo umano, le lesioni possono verificarsi in tutte le aree cutanee. Ci sono varie forme e cause di ulcerazione del tessuto cutaneo.

Pertanto si possono individuare:

  • ulcere cutanee legate a neoplasie,
  • lesioni da decubito o da pressione,
  • lesioni da problemi neurologici,
  • lesioni di origine diabetica,
  • ulcere vascolari.

La principale indicazione rimane quella di rivolgersi a professionisti in grado di formulare una diagnosi dalla quale dipenderà l’impostazione del trattamento della e o delle lesioni. Esami del sangue ed altri esami diagnostici renderanno più preciso il percorso da seguire. Intorno alle lesioni cutanee si individuano ruoli e competenze: chirurghi vascolari e plastici, diabetologi, internisti, nutrizionisti, infermieri specialisti/esperti in wound care (letteralmente cura delle ferite, ndr.), fisiatri, fisioterapisti ecc.

L’infermiere nel suo DNA necessariamente deve avere la qualità divulgativa ed educativa nei confronti degli operatori del settore e dei caregivers, ma i sostenuti ritmi di lavoro e le esigenze pratiche limitano spesso alla risoluzione delle problematiche urgenti. Ricordo che solo nel 2018 sono stati accertati 65.000 decessi negli over 65 in Italia. Con la COVID19 il territorio si è sbriciolato e le conseguenze si sono quintuplicate.

In particolare il territorio bergamasco secondo dati ISTAT è sempre più anziano e gli accadimenti dovuti alla pandemia sono sotto gli occhi di tutti. Dal febbraio 2019 ad oggi, io e due colleghe (Alessandra Vernacchia infermiera legale forense con Master in Wound Care di Bari e Sonia Silvestrini infermiera coordinatrice con Master in Wound Care di Roma premiata come eccellenza infermieristica nel 2018-2019-2020 dal Senato della Repubblica e Assotutela), abbiamo fatto crescere un progetto, che può e deve essere il futuro della prevenzione e del trattamento in wound care, suddiviso in diversi step.

L’analisi della survey del luglio 2020 di infermiere wound care di assocarenews.it ha evidenziato come è ancor più necessario creare uno strumento di supporto per gli operatori sanitari che siano ospedalieri o extraospedalieri (tipo RSA o ADI) e i caregivers sempre più solitari nella giungla assistenziale. I primi due webinar monotematici dal titolo: “La CUTE esige RISPETTO” si sono svolti il 13/2 e il 20/2 ed hanno riscosso un enorme successo con 532 iscritti, punte di 1000 visual, raggruppando, come da mission, un’eterogenea presenza di qualifiche del settore sanitario e non.

Non mi rimane che dare appuntamento ai prossimi incontri webinar (www.ilditonellapiaga.it) sperando che nel medio/lungo periodo possa ripartire l’attività congressuale dal vivo e ringraziare tutti i partecipanti che diventano attori principali del progetto, creando una sospirata RETE a favore del paziente fragile colpito da lesioni cutanee.

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