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Lo scorso 19 agosto Dan Bigham ha corso per un’ora in bicicletta nel velodromo di Grenchen, in Svizzera. Ha percorso 55,548 km, migliorando il record del mondo.

La sua prestazione ha suscitato polemiche, per il motivo che Bigham non è un ciclista professionista. Lo è stato in passato, vincendo anche numerose corse, soprattutto nella specialità del cronometro (una sintesi della sua carriera l’ha scritta Pier Augusto Stagi per il sito TuttoBiciWeb, al link: https://www.tuttobiciweb.it/article/2022/08/22/1661109751/dan-bigham-record-dell-ora).

Ma oggi fa l’ingegnere: lavora per la Ineos Grenadiers (che è una delle principali squadre ciclistiche al mondo) ma come sviluppatore della performance.

Va detto che non è la prima volta che Bigham stabilisce un record dell’ora. Il 1° ottobre 2021 corse per 54,723 km, non migliorando il record mondiale bensì «solo» quello britannico. In quella occasione, però, l’Uci, l’Unione mondiale del ciclismo, non riconobbe il record perché l’ingegnere non era tesserato come atleta e quindi non aveva ottemperato tutti gli obblighi del regolamento antidoping.

Stavolta, invece, Bigham ha fatto tutto come si deve, e il record è omologabile.

Tra chi si è detto sconcertato per questa vicenda c’è Francesco Ceniti, che ne ha scritto su la Gazzetta dello Sport cartacea del 21 agosto. La sua tesi è che il record sia frutto più degli aiuti tecnologici che delle gambe dell’atleta.

La miglior prestazione di tutti i tempi sull’ora, infatti, è stata ottenuta nel 1996 da Chris Boardman, con 56, 375 km. L’Uci ha considerato valido quel record fino al 2000, quando ha cambiato i regolamenti sulle biciclette permesse in gara. Quella di Boardman aveva delle misure fuori norma, e quindi il suo record è stato annullato.

La bici di Bigham, invece, rientra perfettamente nei regolamenti: l’ha descritta nei particolari Claudio Ghisalberti, sulla Gazza del 20 agosto. Il telaio è prodotto da Pinarello, fornitore tecnico della Ineos Grenadiers. è di alluminio e pesa 2 Kg. Poi si aggiungono le ruote lenticolari, i copertoncini, il gruppo meccanico (con rapporto di 64×14 denti) ecc. ecc. e si raggiunge il peso di 6,8 kg, come quello delle biciclette usate in corsa dai professionisti.

In sintesi, quella bici è potenzialmente acquistabile in negozio da qualunque ciclista, professionista o amatore – sebbene a un prezzo un po’ superiore a quello consueto.

La stessa bici, con cambiamenti minimi rapportati alle misure individuali, è a disposizione dei corridori della squadra inglese, uno tra tutti Filippo Ganna, che probabilmente la userà domenica 18 settembre al Campionato mondiale a cronometro.

E poi forse, sempre con lo stesso mezzo, anche Ganna tenterà di migliorare il record del mondo dell’ora. Ma se lo migliorerà lui, ciclista professionista e plurimedagliato olimpico e mondiale (vedasi la pagina dedicata della Wikipedia online, al link: https://it.wikipedia.org/wiki/Filippo_Ganna) forse sembrerà meno un attentato di lesa maestà.

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Autore

Guido Tedoldi

Nato nel 1965 nel milieu operaio della bassa Bergamasca. Ci sono stato fino ai 30 anni d’età, poi ho scelto di scrivere. Nel 2002 sono diventato giornalista iscritto all’Albo dei professionisti. Nel 2006 ho cominciato con i blog, che erano tra gli avamposti del futuro. Ci sono ancora. Venite.

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