Biondi immobiliare

Per il PD non ci vuole un Congresso. Ci vuole un conclave laico. Dentro tutti, isolati dal blablabla mediatico, niente interviste, niente Giletti sudaticci, diafane D’Urso e Vespa sornioni. Impossibilitati alla ginnastica digitale di Twitter e alla selfiemania in facebookvisione. Soli, a doppia mandata, precluso lo streaming, a decidere dopo tanti mazurche inconcludenti e autolesioniste, sul futuro loro e nostro… di un’Italia impantanata, suo malgrado, in una perdita di tempo strutturale, in un’implosione destinata a diventare il buco nero d’Europa. Farinetti potrebbe provvedere al catering quotidiano, ma senza eccessi: gamelle di sostentamento, ma non di appagamento con porzioni che diminuiscono di giorno in giorno. Gli habitué degli spritz politici dovranno stare a digiuno di olive e noccioline. Che dispiacere.

Purtroppo, non si può fare affidamento allo Spirito Santo per traghettare i rinchiusi alla designazione illuminata del Segretario e delle linee programmatiche. In mancanza del trascendente dovrebbero fare affidamento, per la fumata bianca, alle “attese della povera gente”. Come rosario democratico, da recitare in ogni giornata, ci sarebbero i dodici principi fondamentali della nostra Costituzione (nel primo mistero si contempla l’Italia fondata sul lavoro…) e come monito a darsi una mossa l’evergreen dantesco: “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello”. Se l’intesa su un nome è cosa ardua vadano pure a eliminazione. Si cominci a sfoltire, con voto segreto, gli ineleggibili per varie ragioni. Qualcuno alla fine dovrebbe restare. Forse. (Bruno Silini)

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