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Semplice, curata e ben riuscita. La rappresentazione della Natività al Presepe dei Lavandai alle Ghiaie di Paladina, complice la bella giornata dell’Epifania, è stata archiviata in maniera positiva. Il pubblico (300 persone circa) ha potuto assistere alla drammatizzazione di alcuni brani dei “Vangeli dell’Infanzia” di Luca e di Matteo, che descrivono le vicende della Nascita di Gesù e costituiscono il nucleo delle rappresentazioni della Natività. Gli episodi principali sono l’annunciazione dell’angelo a Maria, il sogno di Giuseppe, la nascita povera di Gesù “in una mangiatoia perché non c’era per essi posto nell’albergo” (Luca 2,7); l’adorazione dei pastori e la visita dei Magi venuti da oriente seguendo la stella, simbolo dei pagani che manifestano la loro fede in Gesù Bambino.


Quello che era stato il desiderio di San Francesco di far rivivere la nascita di Betlemme, coinvolgendo la gente del popolo convenuta a Greccio (Rieti) la notte di Natale del 1223 (dipinto da Giotto in un affresco della Basilica Superiore di Assisi e poi scolpito da Arnolfo di Cambio per la basilica di Santa Maria Maggiore a Roma), ha trovato una sua apprezzata emulazione ai lavatoi delle Ghiaie di Paladina. Un’iniziativa, portata avanti dall’associazione Gere@Gire impegnata da anni a rivitalizzare il borgo di Paladina sulle sponde del fiume Brembo. La rappresentazione della Natività ha coinvolto una cinquantina di comparse (la regia è stata di Eraldo Maffioletti) che hanno preso il posto delle statue, in grandezza naturale, che per tutto il periodo natalizio sono state il punto di forza dell’ormai tradizionale Presepe dei Lavandai. Le calde sonorità della cornamusa bergamasca hanno allietato l’atmosfera della Festa dell’Epifania alle Ghiaie di Paladina grazie alle partecipazione di una delegazione di baghètér dell’Associazione Culturale Baghèt di Casnigo con il loro presidente Luciano Carminati.


Anche il vicesindaco di Paladina Roberto Benaglia (cittadino doc delle Ghiaie) ha preso parte alla rappresentazione vestendo i panni di un pastore. Una natività declinata attorno al duro lavoro dei lavandai peculiare di un passato, neanche troppo lontano, quando il pane quotidiano delle famiglie si conquistava con tovaglie e lenzuola lavate e battute nel canale, stese ad asciugare nei campi e portate di lunedì su carretti in città dalle famiglie agiate e negli alberghi. Guarda tutte le foto sulla pagina facebook di Socialbg


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