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Quando storia e cultura si incontrano l’emozione della bellezza assume una valenza che consente a chi ne fa esperienza di evadere dal presente, condizionato da input “estranei”, per incontrare un passato sconosciuto ma carico di valori aggiunti insospettati e seducenti. Provate a varcare la soglia (alias ponte levatoio) di un castello medievale (siamo a Urgnano nella “Rocca”) e passare di stanza in stanza tra mostre, incontri storico-letterari e sonorità concertanti e vi sembrerà di trasformare un pomeriggio autunnale (peraltro improvvisamente e michelangiolescamente soleggiato dopo una mattinata di bufera dantesca) in un momento di edonistica astrazione artistica.

Questo è successo sabato in occasione della quarta giornata di studio del 449° anniversario della battaglia di Lepanto su iniziativa di Prama Cultura Bergamo col patrocinio del Comune di Urgnano, della Provincia e della Regione. In un salone armonico con soffitto ligneo a cassettoni e pareti arabescate, la cosa che più ci ha colpito è stata la musica strumentale del clavicembalista Federico Caldara e quella vocale del mezzosoprano Elena de Simone in un repertorio baroccheggiante che perfettamente si attagliava ad un ambiente così carico di evocazioni storiche e culturali. Una sintonia perfetta e una sinfonia di colori, suoni atmosfere che i due esperti musicisti hanno saputo amalgamare con sapiente espressionismo virtuosistico, equilibrio dialogico e levigata interpretazione.

Pienamente colti e apprezzati dal pubblico quasi stregato da brani probabilmente fino allora sconosciuti, ma inaspettatamente intriganti come “Vedrò con mio diletto” di Antonio Vivaldi, “Talor di sdegno ardente” di Maria Teresa Agnesi, “Amarilli mia bella” di Giulio Caccini, “Un moto di gioia” di Wolfgang Amadeus Mozart e soprattutto “Lascia ch’io pianga” di George Frédéric Haendel.

Gli altri eventi del pomeriggio: una interessante mostra su “Le armi della Serenissima” che proponeva pezzi originali del XVI secolo provenienti dal museo della Rocca d’Anfo (Brescia) e dal museo navale Ottorino Zibetti di Caravaggio. Un convegno sui “Saladiani a Lepanto. Bergamo e Brescia verso il gemellaggio culturale” con interventi di Pietro Podavini e Emanuele Marini. La presentazione del volume “Il convento di San Domenico a Cremona. Opere d’arte e inquisitori nella Lombardia spagnola” dello storico dell’arte Adam Ferrari. Infine una piacevole visita guidata alla rocca addolcita da assaggi gastronomici.

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