Biondi immobiliare

Non solo la Red Bull mette le ali, ma anche la pensione assicura voli indimenticabili. E così Valter Cavagna, dopo 42 anni filati alla Bayer di Filago, ha salutato i colleghi dall’alto prendendo la strada di casa a bordo di un elicottero atterrato fuori dai cancelli del colosso chimico.

valter cavagna
Un gesto lontano mille miglia da smania di protagonismo o da un eccesso narcisistico. “E’ stato un modo originale – ha spiegato il magazziniere di Brembate Sopra – per ringraziare tutti coloro che all’interno dell’azienda non mi hanno mai fatto mancare il senso di una bella amicizia”. Anche senza elicottero i 42 anni di Cavagna dentro un’unica realtà produttiva costituiscono ormai un record che in pochi possono raggiungere.

Gli inizia alla Bayer

Sono entrato alla Bayer a 20 anni nel reparto produzione vetroresina. E’ stato il medico di famiglia a convincere mia madre (rimasta vedova con tre figli) che una mia domanda di assunzione avrebbe avuto buone possibilità di un esito felice”. Infatti è stato così. Un percorso lavorativo vissuto con entusiasmo anche grazie alla sua vitalità esplosiva. Alla Bayer, Valter Cavagna è stato l’anima del Cral (circolo ricreativo dei lavoratori) per il quale organizzava gite e appuntamenti ameni senza dimenticare l’approvvigionamento quotidiano dell’Eco di Bergamo.

Il valore dell’amicizia

Gli amici con i quali si ritrova da 30 anni testimoniano che con lui non ci si annoia mai. “Sempre pronto ad ogni discussione – raccontano Bruno Tassetti e Ottavio Lanfranchi – Valter apporta alla tradizionale tavolata del giovedì sera pareri e riflessioni originali che regalano prospettive diverse dall’ordinario pensare. Ma ciò che lo rende unico ed eccezionale è il suo carattere generoso che si declina con dare una mano a tutti senza volere nulla in cambio”. Quando è salito sull’elicottero tutta l’emozione della giornata è esplosa in un pianto. Anche a rievocare i tanti anni in ditta la commozione sale agli occhi. Per Valter Cavagna il lavoro è stato anche un modo per “distrarsi” dal dolore di aver perso sei anni fa la moglie Renata.

Il lavoro come distrazione

“I primi tempi è stata dura anche se in ditta ho sempre trovato un clima accogliente che mi ha permesso di affrontare le brutte mareggiate della vita”. Adesso che la pensione è un fatto inoppugnabile dedicherà i suoi 63 anni al volontariato nell’associazione Filo Diretto operativa ad Almè e Villa d’Almè. E poi il tempo sarà più che abbastanza anche per occuparsi di calcio. “Alleno la squadra juniores del Bonate Sotto e da oggi mi prendo anche l’impegno della scuola calcio”. (Bruno Silini)


Le fotografie sono state gentilemente concesse dal fotografo Gian Vittorio Frau


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