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Domenica scorsa il Papa, parlando della pandemia, ha detto che lo scorso anno eravamo scioccati da questo evento, ma quest’anno siamo provati. Che cosa significa essere provati? Non saprei onestamente dare una definizione. Posso soltanto provare a descrivere quello che vedo. Incontro persone intristite e risentite, sempre più disponibili allo scontro, famiglie sempre più povere, giovani che hanno visto spezzarsi il loro sogno, obbligati a chiudere le loro attività. Sono preoccupatissimo per la violenza che si impadronisce del cuore dei ragazzi, dell’angoscia.

Quante cicatrici spirituali lascerà questa esperienza! Io capisco la difficoltà del momento e non voglio esprimere critiche gratuite a chi ci governa, a tutti i livelli. Ma costoro si rendono conto di questa crisi spirituale e culturale? Riescono a comprendere queste lacerazioni? Se la risposta è positiva perché corrono sul piedistallo per intestarsi un piccolo successo e non conservano invece un profilo alto, lavorando perché al più presto si possa ricominciare a respirare, a non parlare tutti i santi giorni di centinaia di morti per covid?

E insieme a questo sano pragmatismo, perché non sento mai parole profonde circa l’esistenza, frasi che dicano della consapevolezza che questo evento tragico ci ha cambiato e ci sta cambiando? Parole che non cercano la simpatia del voto, ma che trasudano di cordoglio e di partecipazione. Non possiamo pensare soltanto alla ripresa economica del nostro Paese, occorre fare di tutto perché non ne venga uccisa l’anima, lo spirito. Altrimenti perché tanto pianto, perché la sofferenza, l’angoscia? È per caso stata soltanto la recita di una parte per garantire quello che resta della democrazia? Come si conserva la democrazia senza lo spirito?

Domenica sera sono andato a celebrare la Messa della Passione del Signore. Al momento della consacrazione una piccola bimba si è messa davanti all’altare, al centro della navata, e mi guardava sorridendo. La chiesa si è quasi mossa per disporsi a accogliere quel gesto, si è acceso un raggio di assoluto. Vi sembrerò un nonno romantico, però il cuore si è aperto e ho pensato, grato, che lo spirito non muore e mi sono detto che se ricomincio a guardare come Gesù i gigli del campo e gli uccelli del cielo, lo Spirito rinnoverà anche in me la vita.

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