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Sono apparse ieri, all’ingresso della città, due opere scultoree in gesso, opera del duo artistico URBAN SOLID, famosi ed apprezzati street artist italiani, più precisamente milanesi, che hanno omaggiato Bergamo di questa loro opera, già presente in altre città come Milano appunto, Londra, Lisbona, Amsterdam e Parigi

“L’opera Adamo & Eva sottolinea la centralità della figura umana nel contesto urbano. Fissandola, rendendola scultorea e in permanente relazione con lo spazio urbano. Una sorta di monumento, capace di ribadire in modo univoco la centralità dell’uomo rispetto al contesto contemporaneo con cui entra in relazione quotidianamente: la città. La figura umana diventa oggetto della street art. Le figure antropomorfe sono il supporto dei diversi ‘abiti’ che di volta in volta vestono le sculture e che ne veicolano il senso. Un senso che ha sempre come oggetto l’interazione dell’uomo e della donna nella società di riferimento, un’indagine sulla natura profonda dell’uomo e su come la contemporaneità dia forma alle sue caratteristiche più intime”.

Questo scrivono i due artisti descrivendo il senso del loro lavoro, installazioni pubbliche, al servizio di tutti, cosi come per i Moai dell’Isola di Pasqua, che verranno presto posizionati a Milano nei giardini di City Life a ricordare ma soprattutto a far riflettere sul ruolo dell’uomo ed il concreto rischio di autodistruzione. L’arte come strumento ornamentale ma soprattutto come spunto di profonda riflessione, dei quesiti che Urban Solid pongono attraverso la collocazione delle loro opere in giro per il mondo.

Un messaggio chiaro, attraverso l’arte di strada, oggi spesso banalizzata e poco riconosciuta dal movimento contemporaneo mondiale ma che vede in questa corrente e nei loro artisti dei veri e propri messaggeri, spinti da ideali puri e non da mercati commerciali da conquistare. A loro non viene in tasca nulla, le opere non vengono vendute, ma posizionate in una strada, sotto un cavalcavia, all’angolo di un quartiere popoloso, senza lo scopo di deturpare palazzi o paesaggi. Chiedono solo una cosa, di essere guardate e di pensare a cosa siamo stati, a cosa siamo e soprattutto a cosa rischiamo di diventare.

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